36 giorni dopo il primo focolaio in A, domani Genoa-Torino

Sono trascorsi 36 giorni da quel 28 settembre, in cui la Serie A scopriva il primo focolaio del campionato. 24 ore dopo la sonora sconfitta per 6-0, propiziata dal Napoli di Gattuso, il Genoa annunciava il riscontro di 14 casi positivi. Nei giorni a seguire, i casi arrivano a 22 e, inevitabilmente, il caos Genoa riapre l’annosa discussione sull’efficenza del protocollo. Intanto, saltava ufficialmente il primo match della stagione 2020/21, causa Covid: Genoa-Torino.

Da quel 28 settembre, di casi ne sono stati riscontrati a iosa. Non solo nei club di Serie A. Il Genoa, con grande sacrificio, ha pian piano recuperato la sua rosa, annunciando il 12 ottobre i suoi primi tre guariti dal Covid: Perin, Radovanovic e Marchetti. Ciò che è accaduto al Genoa con l’impennata dei contagi Covid, prima del match con il Torino, qualora fosse necessario, ha portato a serie considerazioni volte a salvare la regolarità del campionato. Così come sulla sua stessa disputabilità. Subito dopo il Grifone, è esploso il caso Juventus-Napoli. Un caso che ha portato alla sconfitta a tavolino degli azzurri, in un contenzioso ancora in ballo, in vista del ricorso in appello.

I club europei, inoltre, hanno pagato a caro prezzo le soste delle nazionali, dovendo fare i conti con nuove positività riscontrate nel corso della Uefa Nations League. Insomma, il Genoa ha fatto scuola e, malauguratamente, ha mostrato alle istituzioni quanto sia necessario intervenire con forza, al fine di salvare i campionati. Ora, dalle parti del Centro Sportivo Signorini, si prepara la sfida con i granata, la sfida che ha aperto la nuova crisi Covid della Serie A. La sfida che, si auspica, riporti il Genoa a pensare solo al calcio, come tutte le altre squadre.