Mancano gli stimoli ed è giusto festeggiare, ora però vanno chiarite alcune cose…

Il cartello di “Benvenuto” negli spogliatoi, il passillo de honor (e gli applausi di tutto lo stadio) per celebrare i campioni di questa Serie A. E la “burla” sul campo, con una vittoria meritata. Inutile sconfitta al (fu) Brianteo 2-0. Squadra fisiologicamente assente. A giusta ragione, ma…

Mancano gli stimoli ed è giusto festeggiare, ora però vanno chiarite alcune cose…

Tra un bagordo e un altro, un riconoscimento qua ed uno di là, il campionato azzurro è ai titoli di coda. Ovviamente la concentrazione e la carica agonistica non possono essere le stesse, giustamente. Dopo trentatré anni, questa squadra ha riportato lo scudetto all’ombra del Vesuvio. E mentre i record se li porta via il vento, che siano i 92 punti o la classifica marcatori di Victor Osimhen, l’impresa resterà per sempre nell’albo d’oro e nell’immaginario collettivo, azzurro e non. Tuttavia, lo scudetto deve essere visto come un punto di partenza, non di arrivo. Le voci sugli addii di alcuni protagonisti di questo tricolore rischiano di compromettere l’ingranaggio.

INTERROGATIVI AZZURRI – Dopo aver cambiato molto l’estate scorsa, con risultati a dir poco sbalorditivi, stavolta non sarebbe bello, auspicabile, lasciare il più possibile inalterato quello che è stato un mosaico così luccicante? Gli interrogativi sono all’ordine del giorno, e fanno capo alle voci che sono cominciate a circolare subito dopo il fischio finale di Udine che ha sancito la conquista del tricolore in maniera aritmetica. Tra gli artefici della vittoria, oltre ai complimenti di rito, c’è stato il primo botta e risposta sul contratto. Se non si fosse capito, si parla di De Laurentiis e Spalletti. Spalletti che fa spallucce (si passi il termine) sul contratto e sulle questioni burocratiche. Il presidente che esalta il guru toscano e poi non perde il “vizio” di scantonare un po’ su questioni extra-calcio. Solo una questione di forma? È possibile, anzi è probabile, anche se – potenza della comunicazione – subito dopo sono cominciate a circolare le voci su sirene molto suggestive. E sarebbe un peccato lasciarsi ora…

Banalmente, si può affermare con certezza, che il Napoli è stato artefice del proprio destino, ha inventato la propria fortuna, non ha avuto bisogno di particolari rodaggi transitori: è stato chiaro fin da subito che il gruppo (diretto in maniera certosina dal suo direttore d’orchestra) avesse qualcosa in più, qualcosa di speciale. Si è vinto con lavoro e programmazione, il Napoli ha annientato luoghi comuni. Nulla di improvvisato o “miracolato”. C’è aggiornamento continuo. E non deve finire (proprio) adesso…

APPLAUSI AL MONZA DEL “GASPERINIANO” PALLADINO – Un altro successo di prestigio. Il Monza di Raffaele Palladino, dopo Juventus (in due occasioni) ed Inter, si prende la soddisfazione di battere anche il Napoli Campione: Dany Mota e Petagna i sicari dei campani. La squadra lombarda, al netto dell’atteggiamento “in infradito” della squadra di Spalletti, gioca un bel calcio, frizzante, veloce, offensivo e si è consacrata vera rivelazione di questo campionato. Il Monza vuole chiudere all’ottavo posto e terminare nel miglior modo possibile la sua prima stagione in Serie A. Il bilancio sarà a prescindere sicuramente positivo.