Aaron Hickey: genio o follia?

La notizia ufficiale dell’acquisto da parte del Bologna di Aaron Hickey è rimbalzata ovunque.

I felsinei hanno addirittura annunciato il suo arrivo con una presentazione “mostruosa” così come noi di CiP l’abbiamo definita su Twitter.

Ma chi è Aaron Hickey? 

Andiamo alla scoperta di questo talento scozzese che ha rinunciato al Bayern Monaco, che pure l’aveva cercato, per accasarsi al Bologna.

A 12 anni entra a far parte delle giovanili del Celtic dove è rimasto per quattro anni, prima di decidere di mettersi alla prova e di trovare maggiore minutaggio altrove.

Per questo nel 2018 passa agli Hearts of Midlothian dove riesce a debuttare nella penultima giornata di campionato nella sconfitta per 2-1 contro l’Aberdeen per poi trovare il campo nuovamente nella gara successiva contro il Celtic, terminata con il medesimo risultato.

Il ragazzo però ha modo di entrare nella storia la settimana successiva, quando nella gara di Hampden Park di nuovo contro i biancoverdi, diventa il più giovane calciatore ad iniziare una partita di Coppa di Scozia della storia.

Collocazione in campo

Nonostante abbia giocato gran parte delle sue partite da professionista da terzino, Hickey ha dimostrato di essere un calciatore estremamente versatile.

Essendo ancora molto giovane con ampi margini di miglioramento e delle capacità tecniche fuori dal comune.

Potrebbe tranquillamente giocare da centrocampista, ruolo già ricoperto negli Hearts, vista anche la sua capacità di uscire da situazioni difficili con la palla al piede.

Compagni di squadra ed allenatori che hanno avuto modo di condividere il campo con lui, si sono espressi in maniera decisamente positiva.

Tra loro l’allenatore degli Hearts che ha dichiarato: “É come un 24-25enne nel corpo di un giocatore di 18 anni. Capisce già il gioco ed ha un potenziale enorme

La Scelta di Bologna

Il terzino ha scelto Bologna a discapito del Bayern perchè in Italia è entrato subito a far parte della squadra che affronterà il campionato di Serie A, mentre i bavaresi gli avevano proposto almeno un anno nella seconda squadra.

La sua decisione, a quanto pare, è guidata dalla volontà di crescere a livello professionale oltre che umano in una società che gli possa permettere di esprimersi al massimo già in prima squadra, senza dover passare per forza per un periodo di adattamento nelle selezioni inferiori.

I rossoblu, intanto, si coccolano il nuovo gioiellino che non avrà comunque vita facile per un posto in squadra dato che dovrà sudarsi la maglia e lottare per la titolarità con Mitchell Dijks che tutto sommato ha finora garantito una buona continuità di prestazioni.

Ne resterà soltanto uno