(Photo credit should read LUIGI BERTELLO/AFP via Getty Images)

Quando arrivò in Italia, Nils Liedholm, fresco vincitore delle Olimpiadi del 1948, non pensava che ci sarebbe rimasto per sempre. Nato nel 1922 in Svezia, nel 1949 diventa un nuovo centrocampista del Milan, dove rimarrà fino al 1961, quando si ritira dal calcio giocato. In quegli anni, insieme ai compagni di Nazionale Gunnar Gren e Gunnar Nordahl, dà vita alla mitica Gre-No-Li, che porta nella bacheca rossonera 4 Scudetti e 2 Coppe Latine.

Con la maglia del Milan, Liedhol colleziona 394 presenze e 89 reti, mentre in Nazionale il ruolino è un po’ più scarno, ma a all’epoca non si giocava certo quanto oggi. Con la Svezia scende in campo 23 volte, segnando 12 reti e sfiorando la vittoria del Mondiale 1958 giocato in casa, quando si dovette inchinare al Brasile di Pelé in finale.

Dal 1961, inizia la sua seconda vita, in panchina. Prima come assistente al Milan, poi passa al Verona, al Monza, alla Fiorentina e alla Roma, che allenerà in quattro periodi diversi. Nel 1983, quando i giallorossi conquistano il loro secondo Scudetto, in panchina c’è il Barone. Lascia la Capitale l’anno successivo, dopo la cocente delusione della finale di Coppa dei Campioni persa contro il Liverpool ai rigori. E va al Milan, che aveva già guidato in precedenza, vincendo lo Scudetto nella stagione 1978/1979. Si ritira, dopo qualche altra partita sulla panchina della Roma (dopo anni di inattività), nel 1997, per dedicarsi al giornalismo.

Muore il 5 novembre 2007, celebrato e ricordato da milioni di tifosi in tutto il Belpaese, che nei decenni hanno imparato ad apprezzarne nobiltà d’animo, eleganza, e professionalità.