Juve-Verona del 6 novembre 1985

Fino alla riforma del 1992, la Champions League si chiamava Coppa dei Campioni e, appunto, vi accedevano solo le squadre vincitrici dei rispettivi campionati. La formula era diversa, niente gironi e turni ad eliminazione diretta giocati su due partite, andata e ritorno. Altra epoca, altra suspense, ed un evento allora assai raro: la sfida tra due squadre dello stesso Paese.

Un’eventualità che, per i club italiani, si palesò per la prima volta il 23 ottobre 1985, allo stadio Bentegodi di Verona. Di fronte, nel secondo turno, ossia gli ottavi di finale, l’Hellas Campione d’Italia e la Juventus detentrice della Coppa dei Campioni. Ne verrà fuori un manifesto del calcio italiano: 0-0, pochissime occasioni e tutto rimandato alla gara di ritorno.

Che si gioca in un Comunale di Torino deserto, con i bianconeri costretti dalla Uefa a giocare a porte chiuse dopo la tragedia dell’Heysel. La finale, vinta contro il Liverpool 1-0, resterà macchiata per sempre dalla morte di 39 tifosi dopo il crollo di una parte della gradinata dello stadio. Tornando al Comunale della città sabauda, la Juve il 6 novembre si impone per 2-0, rigore di Platini e rete di Aldo Serena. Per l’Hellas, la prima ed unica partecipazione alla Coppa dei Campioni finisce qui, per i bianconeri saranno invece fatali i quarti di finale contro il Barcellona. Che, nella finale di Siviglia, si arrenderà ai calci di rigore (sbagliandone quattro su quattro) ai sorprendenti rumeni della Steaua Bucarest.