Accadde oggi: il Parma e la maledizione della Coppa Uefa ’98-’99

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La chiamano la maledizione del Parma del ’99. A Mosca, il 12 maggio, i gialloblù di Alberto Malesani battevano 3-0 il Marsiglia, con le reti di Chiesa, Vanoli e Crespo. Sono passati 22 anni esatti, e nessuna italiana ha più vinto la Coppa Uefa/Europa League. Ma anche: nessuno dei giocatori del Parma vincitori quella sera è mai riuscito a sollevare la Champions League. Buffon, Cannavaro e Thuram hanno vinto un Mondiale. Cannavaro addirittura un pallone d’Oro. Ma nessuno, dopo quella sera, ha più alzato un trofeo europeo con il proprio club. Nessuno ha mai vinto la Champion’s League. Crespo ha perso una finale della massima competizione (quella di Istanbul con il Milan), Buffon addirittura tre. Veron è l’unico che sia riuscito a vincere un trofeo continentale, nel 2009. Ma in Sudamerica, vincendo la Copa Libertadores. In Europa il tabù non è mai stato sfatato. Dopo Mosca, mai più.

Quel Parma era uno dei più forti di sempre, gli mancò solo lo scudetto, accarrezzato, sfiorato, ma mai conquistato. In quell’annata vinse ben tre trofei: Coppa Italia, Coppa Uefa e Supercoppa Italiana. Erano gli anni d’oro di Tanzi, delle sette sorelle, del calcio italiano più ricco del mondo. Era lo stesso anno in cui la Lazio vinse l’ultima edizione della Coppa delle Coppe.

Da allora per le squadre italiane sono arrivati tre successi in Champions League, tante quanto sono state le vittorie tedesche in 22 anni (queste tutte targate Bayern). Ma niente Coppa Uefa/Europa League. Lo stesso Parma ci provò nel 2005, con una cavalcata epica e surreale, una squadra di ragazzini che raggiunse la semifinale mentre i titolari rischiavano la retrocessione in campionato. La Fiorentina ugualmente cadde in semifinale tre anni dopo, ai rigori dopo un doppio 0-0 contro il Rangers. La quotavano per la vittoria, o almeno per la finale contro il Bayern Monaco dell’ex Toni. E invece la coppa la vinse lo Zenit, che eliminò i bavaresi sempre in semifinale.

Ancora semifinali, ancora Fiorentina, stavolta c’è anche il Napoli: è il 2015, i viola sono contro il Siviglia e i partenopei sfidano il Dnipro. Montella e i suoi ne prendono cinque in due partite, il Napoli viene bloccato 1-1 al San Paolo tra le polemiche e poi affonda nel fango in Ucraina, 1-0. Naturalmente, è il Siviglia, .

Passo indietro: 2014, è l’ultima Juve di Conte, quella del record di punti (102 in campionato). Ma è anche quella dei disastri europei. In Champions è uscita ai gironi, fatta fuori dal Galatasaray degli ex interisti Mancini e Sneijder. Retrocessa in Europa League, la cui finale si giocherà proprio allo Juventus Stadium, arriva alle semifinali contro il Benfica da favorita per la vittoria. Perde 2-1 in Portogallo subendo la seconda rete nei minuti finali, è ancora tutto in ballo. A Torino la partita rimane bloccata sullo 0-0. La coppa, tanto per cambiare, la vincerà il Siviglia.

2020: c’è una pandemia, sembra la fine del mondo. Persino il pallone si ferma. La finale si gioca il 21 agosto, c’è di nuovo Conte, alla guida stavolta dell’Inter. Stesso copione, con i nerazzurri usciti ai gironi e retrocessi in Europa League. Stesso copione, c’è il Siviglia in finale. E come da copione, vincerà il Siviglia. Con un’autorete di Lukaku. Più maledizione di così…