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Accadde Oggi: La rovesciata “operaia” di Mauro Bressan

Di gol in rovesciata, nella storia del calcio, se ne sono visti a centinaia, l’ultimo proprio qualche ora fa, segnato da un campione senza tempo come Zlatan Ibrahimovic. Andando a memoria, uno dei più belli, restando nel mondo delle grandi firme, è quello di Yuri Djorkaeff. Da un angolo impossibile, il franco algerino decise un Inter-Roma nel gennaio 1997 con il suo gol più bello. E poi, c’è la “bicicleta” di Ronaldinho contro il Villareal del novembre 2006, altro pezzo di bravura di un campione eccezionale.

Ma quando a trovare gol del genere è un giocatore “normale”, con una carriera senza grossi squilli, e per di più totalmente disabituato a segnare, il momento diventa epico. Non ce ne vorrà il bravissimo Mauro Bressan, centrocampista di quantità che la Fiorentina acquista nell’estate del 1999 dal Bari per rinforzare la mediana. Ma questo è esattamente il suo caso. A 28 anni, con quasi 200 presenza tra i professionisti, fino a quel momento ha segnato 8 reti, di cui 6 con la maglia del Como tra Serie C e Serie B.

Poi, un lampo accecante, che il 2 novembre 1999 illumina l’Artemio Franchi di Firenze e fa impazzire i tifosi viola. Si gioca l’ultima partita della prima fase a gironi della Champions League, di fronte il Barcellona di Figo, Guardiola, Rivaldo, Luis Enrique. La sblocca proprio Bressan, dopo 14′, con una rovesciata volante da trenta metri che raccontarla è impossibile. Batti e ribatti fuori dall’area blaugrana, la palla si alza in un campanile che il centrocampista lascia spiovere di fronte a sé, trovando una coordinazione perfetta in rovesciata. L’impatto è potente, la traiettoria precisa, il pallone si insacca sotto al sette alla destra di un incolpevole Arnau.

È uno dei gol più belli della storia. E non siamo noi a dirlo, né i tifosi della Fiorentina, ma un sondaggio della Uefa di qualche anno fa. La partita, per la cronaca, fu spettacolare, finì 3-3 e la Fiorentina si qualificò per la seconda fase della Champions League. Ma un gol così, a 21 anni di distanza, al Franchi non si è più visto, e in Europa nemmeno.

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Published by
Francesco Lionetti