Accadde Oggi: la tragedia aerea dei Busby Babes

Busby Babes

(Photo by Naomi Baker/Getty Images)

Quando la Uefa istituì la Coppa dei Campioni, la Federazione inglese si oppose, vietando alle sue squadre di prendervi parte. Così, la prima edizione del torneo continentale per club, vinta nel 1956 proprio dai blancos, si disputò senza il Chelsea, campione d’Inghilterra in carica. L’anno successivo, invece, la Football League allentò la presa, e il Manchester United prese parte alla seconda edizione della Coppa dei Campioni. Superò con un roboante 10-0 l’Anderlecht nel primo turno (dopo il 2-0 dell’andata), il Borussia Dortmund agli ottavi di finale e ribaltò l’Athletic Bilbao ai quarti. In semifinale, però, l’incrocio con il Real Madrid su fatale ai Busby Babes, soprannome di quella squadra giovanissima guidata, appunto, dal mitico Matt Busby.

Poco male, perché il Manchester United, in Inghilterra, vince anche l’anno successivo, dominando il campionato dall’inizio alla fine. E conquistando, così, il diritto a tentare di nuovo l’assalto alla Coppa dei Campioni. Il primo turno è una passeggiata di salute contro gli irlandesi dello Shamrock Rovers. Neanche gli ottavi sono troppo duri, con il Dukla Praga regolato già nella gara d’andata. Ai quarti, i campioni di Jugoslavia, la Stella Rossa di Belgrado, sono invece un ostacolo decisamente ostico. L’andata, in Inghilterra, il 14 gennaio 1958, finisce 2-1 per i Red Devils, e al ritorno la qualificazione è ancora in bilico.

Il ritorno si gioca a Belgrado, il 5 febbraio 1958, e il Manchester United gioca un primo tempo pazzesco. La sblocca dopo appena 2 minuti con Viollet, e poi due gol in due minuti di Sir Bobby Charlton, a cavallo della mezz’ora chiudono la pratica. Anzi, no. Perché la Stella Rossa torna in campo con il fuoco dentro, e al 58′ ha già ristabilito la parità. Il resto, è la cronaca di una battaglia portata a termine senza subire altri gol, e conquistando così la semifinale, per il secondo anno consecutivo.

Il giorno dopo, è il 6 febbraio 1958, la squadra riparte da Belgrado per fare ritorno a casa. Il volo fa scalo a Monaco, da dove riparte dopo aver fatto rifornimento. In Germania ha nevicato forte in quei giorni, e ci sono cumuli di neve lungo tutta la pista di decollo. Dopo due tentativi falliti, a causa di un malfunzionamento di un motore, il pilota dell’Airspeed Ambassador prova un nuovo decollo. Il fondo ghiacciato, però, non permette un’accelerazione sufficiente, e quindi di raggiungere la velocità adatta a spiccare il volo. Allo stesso tempo, la pista non è abbastanza lunga per frenare, e l’aereo si schianta, a quasi 200 chilometri orari, sulle recinzioni dell’aeroporto e su una casa.

Nell’impatto, muoiono 23 dei 44 passeggeri, compresi diversi giocatori del Manchester United: Geoff Bent, Roger Byrne, Eddie Colman, Duncan Edwards (sopravvissuto allo schianto, morì 15 giorni dopo in ospedale), Mark Jones, David Pegg, Tommy Taylor, Liam ‘Billy’ Whelan. La tragedia investe tutto il calcio europeo, a nove anni di distanza dalla tragedia di Superga, che aveva cancellato il Grande Torino. Matt Busby, e diversi dei suoi ragazzi, però, sopravvissero, diventando il nucleo di un nuovo ciclo. E, stoicamente, a giocarsi le semifinali di Coppa dei Campioni, tre mesi dopo l’incidente, contro il Milan. All’andata, il Manchester United riesce addirittura a vincere, 2-1, ribaltando lo svantaggio iniziale firmato da Schiaffino. Al ritorno, però, non c’è scampo: i rossoneri vincono 4-0, i Busby Babes escono tra gli applausi, salutati come eroi, come sopravvissuti.