Accadde oggi: l’Italia e l’incubo Byron Moreno

Byron Moreno

(Getty_Images)

Il 18 giugno 2002 è il giorno dell’incubo, della sciagura, del disastro. Del sopruso. A Daejeon si gioca Italia-Corea del Sud, ottavi di finale dei mondiali nippo-coreani. I padroni di casa in condominio sono alla prima partecipazione ai campionati del mondo, in qualità di paese organizzatore. Avevano a sorpresa passato il girone (morbido, a dir la verità) superando nell’ultima gara il Portogallo, ridotto in 9. Per l’Italia invece un avvio più stentato. Dopo la vittoria sull’Ecuador, gli azzurri cadono contro la Croazia e strappano il punto qualificazione solo grazie a Del Piero, che pareggia nel finale lo svantaggio contro il Messico. Dato curioso: l’Italia si vede annullati quattro gol in due partite, di cui almeno tre regolari.

Tuttavia, il pronostico è nettamente favorevole agli azzurri. Ma dopo appena sei minuti si capisce quale sarebbe stato più o meno l’andazzo della gara. Rigore contro concesso a dir poco generoso, Buffon respinge. Al 18esimo Vieri incorna di testa su calcio d’angolo e ci porta avanti, ma l’Italia riesce a trovare il colpo del KO. La beffa arriva nei minuti finali, da una carambola in area condita da un errore di Panucci. Da lì in poi, dopo una partita dai giudizi arbitrali quantomeno fantasiosi (dalle ammonizioni ad un mancato rigore su Totti), il capolavoro di Moreno nei supplementari. Un gol regolarissimo viene annullato a Damiamo Tommasi, Totti viene espulso per somma di ammonizioni causa simulazione (aveva subito fallo da rigore).

L’Italia venne eliminata dal golden goal di Ahn al 117’, beffa finale di una partita surreale. E nel match successivo con la Spagna, valido per i quarti di finale, il trattamento di “favore” per i coreani fu replicato. Gli scandali FIFA di qualche anno fa legati a Blatter, scoperchiarono infine il pentolone. L’inchiesta dell’FBI svelò un più vasto complotto sui campionati del mondo del 2002, per il quale una delle nazionali ospitanti doveva raggiungere almeno la semifinale.

Nel frattempo, qualche anno dopo Byron Moreno si rese protagonista di episodi sospetti anche in patria. Moreno infatti venne radiato a causa di un arbitraggio “anomalo” nella partita di campionato tra Liga di Quito e Barcelona Sporting Club, in cui si superò concedendo un rigore inesistente ai padroni di casa e 6 minuti di recupero; minuti che diventarono 13, giusto il tempo necessario per permettere al Liga di Quito di ribaltare definitivamente il risultato. A Quito, capitale dell’Ecuador, Moreno era casualmente candidato al consiglio comunale. Non fu eletto.