Accadde Oggi: Sivori lascia il calcio giocato

(Photo by Keystone/Getty Images)

Omar Sivori, argentino di origini italiane cresciuto nel River Plate e diventato protagonista in Italia con la maglia della Juventus, mette fine alla sua carriera da calciatore nel peggiore dei modi. Talento sopraffino e anarchico, arriva in Italia nel 1957, presentato in pompa magna ai tifosi bianconeri. Con la maglia bianconera vince tre scudetti, tra il 1958 e il 1961, quando conquisterà anche il Pallone d’Oro. Nel frattempo, ottiene la cittadinanza italiana, vestendo la maglia della Nazionale Azzurra tra il 1961 e il 1962.

Lasciata la Juventus, nel 1965, in rotta con il nuovo allenatore, Heriberto Herrera, che da lui pretende una disciplina tattica impossibile per Sivori, finisce al Napoli. In coppia con Josè Altafini, sotto la guida di Pesaola, porterà i partenopei a lottare per lo scudetto, senza raggiungerlo mai. Il finale di carriera, è il paradigma dei suoi peggiori vizi: contro la Juventus, il 1° dicembre 1968, viene marcato strettissimi da Favalli. Che lo tartassa di falli, anche provocatori. El cabezòn, che tiene fede per l’ennesima volta al suo soprannome, casca nel tranello e rifila un calcione a Favalli. Arriva la squalifica, l’ennesima, di sei giornate.

Il 20 dicembre il giudice sportivo conferma l’entità della squalifica, e Omar Sivori decide di dare l’addio al calcio giocato, a 33 anni. L’annuncio, in maniera decisamente inconsueta, arriva il giorno dopo, in televisione. Il 21 dicembre 1968, durante la tredicesima puntata di Canzonissima, con un collegamento da Napoli, annuncia la volontà di appendere gli scarpini al chiodo. Dopo una lunga carriera da calciatore, torna in Argentina, e si cimenta in quella di allenatore. Guida Rosario Central ed Estudiantes, prima di prendere le redini di una Nazionale argentina in grande difficoltà. Conquista la qualificazione, tutt’altro che scontata, ai Mondiali di Germania del 1974, ma la scarsa simpatia per il presidente Juan Domingo Perón, tornato in carica nel 1973, ne provocano l’allontanamento dalla Selezione. Muore il 17 febbraio 2005, nella sua casa di San Nicolás de los Arroyos, a 69 anni.