Addio Alitalia, il connubio con il pallone e un’era che non esiste più

Alitalia

(Photo by Steve Powell/Getty Images)

Era il 16 settembre 1946 quando, in una Roma che si rialzava da anni di guerre e regime totalitario, nasceva Alitalia. La compagnia aerea che, in pochi anni, conobbe il boom economico diventando icona dell’industria del Bel Paese e rappresentazione per antonomasia del Miracolo italiano. Erano anni di ricostruzione, di ottimismo verso il futuro, in una società profondamente cambiata nelle idee e nelle ambizioni.

Alitalia divenne non solo testimone di una rinascita sociale e industriale, bensì la punta di diamante dell’eccellenza e del lusso legato alle tradizioni dello stivale. Come dimenticare il genio di Alberto Sordi, spesso protagonista di viaggi con Alitalia nelle sue pellicole più celebri verso la fine degli anni ’60. La bellezza senza tempo di Sofia Loren. Le missioni dei Papi in viaggio con la storica compagnia aerea. La lotta per il rispetto dell’identità della donna, quando il 17 agosto 1989 Antonella Celletti, prima pilota donna di Alitalia, salutò dal finestrino della cabina di pilotaggio rendendo quell’immagine un cimelio della nostra società.

Alitalia porta con sé la storia del paese che ha portato per 75 anni nel proprio nome. Una storia di crescita, di lotte, di vittorie e purtroppo anche tante sconfitte. La storia di tutti noi e, il mondo del pallone, non ne è esente. Restano impresse le foto celebri dell’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini, impegnato in un’avvincente partita a carte con Dino Zoff, Franco Causio e l’ex CT Enzo Bearzot, ‘ambasciatori’ di un successo straordinario per l’Italia calcistica, vale a dire quello del Mondiale del 1982.

Impossibile cancellare le foto dei giocatori di un Milan splendente e scintillante targato Berlusconi. Quel Milan che conquistò 5 Champions League, rendendosi faro del calcio italiano sul palcoscenico europeo, prima di un profondo e drastico calo in anni recenti. Che dire della Juventus campione d’Europa del 1996. Il tecnico Marcello Lippi che stringe forte la Coppa dalle Grandi Orecchie, prima che 10 anni dopo possa sollevare quella del Mondo alla guida di una Nazionale che emozionò un paese intero. Quella degli outsider come Grosso e Materazzi, e dei campioni come Totti, Pirlo, Del Piero, Cannavaro, Buffon e chi più ne ha più ne metta. Alitalia c’era anche per lo storico Triplete dell’Inter guidata dal condottiero José Mourinho, cavaliere di una rinascita nerazzurra attesa per 45 in campo europeo, dopo lacrime e sangue.

Alitalia ha portato star e campioni. Ha portato anche le speranze della gente, in voli charter pieni di tifosi pronti a viaggiare per l’Europa e per il mondo inseguendo una speranza, stringendo sciarpe, maglie e baciando i colori di una fede. Di una tradizione. Non è casuale che, l’ultima fotografia che tutti noi abbiamo, è quella della Nazionale campione d’Europa di Roberto Mancini. It’s coming Rome, l’inno che ha accompagnato la gioia di una meravigliosa estate azzurra. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che saluta lo staff di bordo e afferma: “Abbiamo portato fortuna tutti insieme”.

Sarà il volo AZ1586 Cagliari–Roma, con atterraggio a Fiumicino alle 23:10, a chiudere 75 anni di Italia. Ci ricorderà che siamo tutti più anziani, più nostalgici e più malinconici. Porterà con sé fotografie della nostra vita, dal calcio alle vacanze memorabili. Dalle star alle nostre speranze. Dai nostri sorrisi nel rincorrere i nostri sogni, alle lacrime di qualcosa che ci ha fatto male e da cui siamo fuggiti. Da domani sarà ITA (Italia Trasporto Aereo, ndr) ad aprire una nuova era, con più indecisione per i tempi appena vissuti, ma con la speranza che non deve mai morire. Con quella foto di Mancini, e degli eroi azzurri di luglio, a ricordarci di sognare ancora. Grazie Alitalia.