Andreazzoli: “Ho una bella sensazione, mi sento a casa mia”

Andreazzoli

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Aurelio Andreazzoli, nuovo allenatore dell’Empoli, è intervenuto oggi in conferenza stampa per presentare il suo ritorno al club toscano.

Ho una bella sensazione, mi sento a casa mia, ho rivisto tanta gente che mi mancava di rivedere e riabbracciare. Sono molto soddisfatto di questa soluzione. Quella serata amara (contro l’Inter, ndr) ci ha lasciato qualcosa di incompiuto. Questa è l’occasione per completare un discorso che ci ha lasciato l’amaro in bocca. Dentro di me sento la necessità di completare questo lavoro cominciato qualche tempo fa. Mi auguravo che potesse accadere ed è successo. Il presidente mi ha chiesto cosa pensassi e io ho risposto “se mi dai quattro ore prendo la bici e arrivo”

L’ultima esperienza all’Empoli

“Non ho nessun ricordo negativo di quell’Empoli di due anni fa. Ma io vorrei parlare dell’attualità, abbiamo a disposizione una squadra che ha condotto un grande campionato, dimostrando di avere un gruppo di calciatori che a me piace. Bisogna ripartire da questo, presentando una squadra che si faccia apprezzare sotto l’aspetto del gioco ma che abbia come obiettivo la salvezza. Inoltre abbiamo il dovere di valorizzare il settore giovanile dell’Empoli”.

“Io credo che coi ragazzi bisogna avere molta pazienza. La fretta è una cattiva consigliera, quindi presumo che una squadra debba avere una struttura da consolidare con molte certezze che ci sono già. Mi auguro di essere degno di questo posto da occupare, perché parliamo di un campionato che sta dimostrando col comportamento della nostra Nazionale di avere molto valore a livello internazionale. Farne parte è una grande soddisfazione per me”.

Andreazzoli su una eventuale collaborazione con De Rossi

“Non c’è mai stato niente, non so nemmeno da dove sia venuta fuori la notizia”.

Sul modulo 

“Un allenatore deve avere confidenza con tutti i moduli, però è chiaro che in sede di valutazione delle qualità tecniche e fisiche del gruppo facciamo delle valutazioni che si riferiscono a un sistema. Entrambi sono fattibili, è anche bello avere alternative. Cominceremo con il 4-3-1-2 ma dobbiamo essere bravi ad allenare delle varianti. Non è il sistema quello che fa la differenza ma le interpretazioni del sistema”.