Atalanta, Gasperini: “Il destino è nelle nostre mani”

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Gian Piero Gasperini of Atalanta BC reacts during the Serie A football match between ACF Fiorentina and Atalanta Bergamasca Calcio at Artemio Franchi stadium in Firenze Italy, April 11th, 2021. Photo Andrea Staccioli / Insidefoto andreaxstaccioli

L’Atalanta sarà impegnata domenica a Reggio Emilia contro il Sassuolo per la gara valida per la 34esima giornata di Serie A. In conferenza stampa ha parlato il tecnico dei bergamaschi Gian Piero Gasperini. Ecco le sue dichiarazioni:

“Il secondo posto sicuramente sarebbe un bel traguardo, ma è tutto molto effimero. Per difendere questa posizione dobbiamo continuare a fare partite di grande spessore”.

“Abbiamo vissuto una bella settimana, ma può cambiare tutto nel giro di una partita. Le distanze sono ravvicinate, ma è anche vero che se non sbagliamo gli altri non riescono a raggiungerci. Il destino è nelle nostre mani”.

“Non so se da qui alla fine del campionato la gara con il Sassuolo sarà l’impegno più duro. È difficile dirlo, tutte e cinque le partite hanno delle difficoltà. Indubbiamente incontriamo una squadra che sta facendo bene dal punto di vista delle prestazioni, c’è concentrazione e questa partita rappresenta un ostacolo difficile”.

“Il Sassuolo ha solo 3 punti in meno rispetto alla Roma, ciò potrebbe dargli una bella spinta e la tradizione negativa contro di noi potrebbe alimentare un sentimento di rivalsa, ma se abbiamo questa tradizione con loro è perché probabilmente riusciamo a creargli qualche difficoltà, è quello che speriamo di fare anche domenica”.

“Mi aspetto d’incontrare una squadra preparata che gioca a calcio, che sa quello che deve fare. Hanno voglia di raggiungere risultati, ma noi siamo in un buon momento e abbiamo molte convinzioni”.

“Non possiamo avere frenesia, ci sono tante partite. Dobbiamo pensare a questa gara e alle difficoltà che può presentarci. Dobbiamo andare fiduciosi per misurarci, sarà una partita importante per tutte e due le squadre. La settimana intera, visto che siamo abituati a giocare ogni tre giorni, sembra non passare mai. Non siamo abituati più a queste cadenze, dobbiamo aspettare a giocare. È una strana diversità”.