Baggio in attesa del docufilm: “Mazzone mi ha recuperato”

Roberto Baggio

(Photo by Grazia Neri/Getty Images)

Manca sempre meno all’uscita del docufilm firmato Netflix e dedicato alla vita e alla carriera di una leggenda del calcio italiano, Roberto Baggio. Il Divin Codino è ritenuto da molti il più grande calciatore italiano della storia in grado di far innamorare tutti gli appassionati (e non) al calcio grazie alla sua classe e il suo talento. A suo vantaggio va anche la sua carriera che lo ha visto vestire tante maglie del nostro campionato tra cui Juventus, Inter, Milan ma anche Bologna e infine Brescia dove ha chiuso con la standing ovation di San Siro rossonero. Prima dell’uscita del film Baggio ha commentato così le sue sensazioni in un’intervista a TuttoSport.

L’attesa del film è emozionante, non succede spesso. Tante tensioni e tante domande. Io non volevo fare il film perché alla fine dicevo cosa vuoi che interessi alla gente della mia storia. Grazie alla spinta del mio manager e di mia moglie l’ho fatto. Ero prigioniero della mia timidezza e mi sentivo inutile per una cosa così grande. Pensi sempre che le storie degli altri abbiano più valore. Per fortuna vivo una vita molto semplice fatta di piccole cose ed è la mia natura che mi porta a questo. Oggi se uno prende le cose troppo sul serio finisce male. È un fatto di protezione che uso quello di starmene un po’ tranquillo. Ho pianto come un bambino sentendo la canzone di Diodato perché sono quelle cose che ti toccano profondamente. Ha scritto una poesia“.

Sono legato a Mazzone perché è stata una persona importante che mi ha recuperato in un momento nel quale non trovavo squadra e si è formato un legame sincero e spontaneo. È stato come un secondo padreLa gente che viene allo stadio è la parte più sincera del calcio e per questo ho sempre avuto un grande rispetto“.