Barça, in estate sarà rivoluzione sognando Mbappé

Il futuro del Barcellona è sempre più una nebulosa. A breve termine, il pareggio nell’ultima di Liga contro il Cadice, che ha quasi definitivamente sepolto le ambizioni blaugrana, potrebbe rivelarsi la pietra tombale per Koeman. Il 7 marzo si conoscerà il nome del prossimo presidente del club, ma le possibilità che l’olandese rimanga sulla panchina del Barça sono flebili. A meno che Toni Freixa non vinca le elezioni: dei tra candidati, infatti, è l’unico ad essersi speso per una conferma di Koeman. In realtà, è anche l’unico ad aver aperto alla possibilità di tesserare Mbappé e Haaland, in una sorta di sconsiderata ambizione, vista la situazione economica in casa blaugrana.

Dietro ci sarebbe un investitore pronto a finanziare il prossimo mercato con 250 milioni di euro. “Il messaggio è che il Barcellona avrà una squadra competitiva come vogliono i soci. Avremo la squadra più competitiva per la stagione 2021-22”, ha raccontato in un’intervista a RAC-1 Toni Freixa. “Non faccio nomi fino a che non li acquisteremo perché potrebbero condizionare le trattative. Sì, è possibile prendere Haaland e Mbappé. Rinnovo Messi? È un culé come noi, conosce la situazione del club e sono fiducioso che possa aspettare le elezioni per decidere il suo futuro”, ha aggiunto il candidato alla presidenza del Barça.

Scenari forse troppo ottimistici, perché la realtà è quella di una squadra economicamente insostenibile. Non solo e non tanto per il corposo contratto di Messi, che grava per circa 100 milioni di euro l’anno sul bilancio, ma anche per una serie infinita di clamorosi errori di valutazione. Ma anche un patrimonio importantissimo da valorizzare, fatto di giovani canterani ormai definitivamente esplosi, su cui costruire il futuro del Barça. Sul tavolo, comunque, la patata bollente sarà ancora quella del rinnovo di Messi, che nessuno vorrebbe vedere andar via. Il suo contratto scade il 30 giugno, e una volta che avrà deciso il proprio futuro si potrà pensare al resto.

Partendo da quei giocatori che vanno a scadenza nel 2022, e che per un motivo o per un altro potrebbero trovare fortuna altrove. Il primo della lista è Ousmane Dembelé, comprato a peso d’oro (150 milioni di euro) dal Borussia Dortmund, e mai all’altezza del proprio valore. Valutato 50 milioni, venderlo vorrebbe dire liberarsi di un ingaggio pesantissimo: 12 milioni netti più bonus. Altro oggetto misterioso, dopo anni, è Philippe Coutinho: stessa quotazione e stesso stipendio dell’esterno ex Borussia. Poi c’è il dilemma Griezmann, che ha trovato continuità in questa stagione, senza sembrare mai a proprio agio in Catalunya. Per vederlo lontano dal Camp Nou ci vogliono tanti soldi, anche in virtù di un contratto a salire che, nel 2022, gli farà guadagnare 23 milioni di euro.

Basterebbero tre cessioni di peso per dare ossigeno alle casse del Barcellona, ma non sarà affatto facile. E non sono gli unici in uscita i potenzialmente cedibili. Dubbi persistono su Miralem Pjanic, mentre i vari Braithwaite, Umtiti e Wagué non sembrano proprio all’altezza della situazione. Si ripartirà, di sicuro, da Ansu Fati e Riqui Puig, prodotti della cantera e tra le poche certezze di questo Barça. Che, per tornare a sognare, deve trovare il coraggio di salutare chi l’ha reso grande, imparare a piazzare gli esuberi meglio di quanto abbia fatto negli ultimi vent’anni e investire su un difensore, vero reparto colabrodo. Per le big d’Europa il Barcellona potrebbe rivelarsi bottega dalle grandi occasioni, ma molto dipenderà da chi la spunterà alle elezioni, perché oggi come oggi nessuno – ancora – parla di smobilitazione.