Barcellona, Emerson Royal: “Sapevano già che mi avrebbero venduto”

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Emerson Royal è stato presentato il 2 agosto come un nuovo giocatore del Barcellona. Ma, 31 dello stesso mese, il club ha deciso di cederlo al Tottenham con una chiara operazione economica. Il 22enne ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di MARCA, parlando di come si senta amareggiato dai modi in cui la dirigenza blaugrana l’ha trattato. 

Barcellona, come hai scoperto del tuo ingaggio?

“Ero al Betis ed era chiaro per me che a fine stagione sarei arrivato al Barcellona. Così era previsto nel mio contratto. È vero che ho sentito molte notizie che dicevano che c’erano altri club in Spagna e all’estero interessati, ma sapevo che per contratto sarei venuto al Barcellona. Sono andato in vacanza e al ritorno sono stato ingaggiato”.

 Il Barça era il tuo sogno

“Certo che lo era. Ho sempre detto la stessa cosa perché era il mio sogno fin da bambino. Volevo venire a sentire cosa significa giocare per il Barcellona. Era il mio sogno. Ho iniziato ad innamorarmi del Barça guardando Ronaldinho Gaucho giocare. Poi sono arrivati ​​Messi, Neymar, Alves.”

Tu, il nuovo Alves?

“Era il mio riferimento. Inoltre, gli sono molto affezionato. A parte il calcio, che è un top player, è una grande persona. Gli ho parlato più volte e so che parla molto bene di me anche ad altre persone. Ecco perché gli sono così affezionato.”

Messi e l’addio

“Il mio sogno era giocare con lui. Non mi aspettavo che se ne andasse, nessuno se lo aspettava. È stata una grande tristezza per tutti. Sapevo che il Barcellona sarebbe cambiato molto nel modo in cui ha giocato con la sua partenza. Giocare con Leo non è lo stesso che senza di lui. Una nuova tappa si stava aprendo a Barcellona”.

Quando hai capito che volevano venderti?

“Pensavo che il club volesse che restassi. Domenica ho giocato da titolare, il giorno dopo mi sono svegliato e sono andato ad allenarmi tranquillamente. Lì già cominciavo a vedere che stavano venendo fuori molte cose; che il Tottenham stava parlando con il Barcellona, ​​che ce l’avevano quasi fatta… non capivo niente di quello che stava succedendo perché non sapevo niente. Nel pomeriggio mi hanno chiamato dal club per andare alla Città dello Sport perché volevano parlare con me e lì ho già saputo che mi volevano vendere”.

Ti sei sentito usato?

“Usato non è la parola, ma le forme mi hanno ferito. Avrebbero potuto essere diversamente. C’erano modi migliori per sistemare le cose. Mi hanno detto che la situazione del club era complicata e che per loro era meglio vendere; mi hanno cacciato con parole molto buone”

Barcellona, i piani

“Quando sono arrivato ero sicuro che il Barcellona non volesse vendermi, ma vedendo cosa è successo mi è chiaro che quando mi hanno ingaggiato avevano già in mente l’idea di vendermi.”