Bergamini, una svolta ed un processo attesi oltre 30 anni

Bergamini

(Photo Massimo Paolone/LaPresse)

Ci sono voluti 32 anni affinché si arrivasse ad una vera e propria svolta, nonché alla celebrazione di un processo per la morte di Donato Bergamini del 18 novembre 1989. Il corpo del calciatore del Cosenza fu trovato senza vita sulla statale 106 Jonica, vicino a Roseto Capo Spulico (provincia di Cosenza, ndr). Oltre 30 anni di di indagini, supposizioni e congetture su un presunto suicidio che, ora, sembra aver lasciato spazio ai primi spiragli di verità su quella tragica notte. Nella giornata di ieri, l’ex fidanzata di “Denis” Bergamini Isabella Internò, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di concorso in omicidio, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Si fa strada l’ipotesi di un delitto articolato e precostituito, come conseguenza della non-accettazione di un rapporto sentimentale terminato.


LE TRE TAPPE DELLA SVOLTA DEL CASO BERGAMINI

La prima tappa risale a 10 anni fa, esattamente il 29 giugno 2011, quando la Procura di Castrovillari ritenne di riaprire le indagini sulla morte del calciatore a seguito di nuove prove emerse. Nel 2012, i RIS di Messina, depositano la perizia che smonta l’ipotesi del suicidio. Si pensava, infatti, che Bergamini potesse essersi lanciato dal veicolo fino ad essere investito da un tir. Questo è quanto riferì l’ex fidanzata ma, la perizia citata, prova che, al momento dell’investimento, Bergamini era già privo di vita.

Nel 2017 la seconda tappa, quella cruciale. Vengono nuovamente riaperte le indagini dopo l’archiviazione del caso nel 2015 e disposta la riesumazione della salma per procedere all’autopsia. L’esito arriva nel mese di novembre e ribalta i quasi 30 anni di ipotesi precedenti: Bergamini sarebbe stato assassinato con una sciarpa, per poi essere gettato sotto il tir. Si parlò di un ‘soffocamento lento’ e la posizione di Isabella Internò, già sospettata di omicidio nel 2013, si aggrava.

Ora la svolta che può indirizzare la vicenda verso la presunta verità, quella che il giocatore sarebbe stato vittima di omicidio da parte di persone ancora ignote, coadiuvate dall’ex compagna del giocatore. La prima udienza è stata fissata per il 25 ottobre.