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Calogero Rizzuto, una radice d’Italia nell’impresa del Saarbrücken

Il Saarbrücken sogna in grande dopo l’impresa in DFB Pokal sul Bayern Monaco. Ecco la nostra intervista ESCLUSIVA a Calogero Rizzuto, terzino dalle origini italiane che ha battuto Müller & Co.

Quella della vittoria contro il Bayern Monaco sarà una serata che finirà nella storia del Saarbrücken? Probabile. Sicuramente, però, finirà per sempre nella memoria di Calogero Rizzuto, terzino tedesco dalle origini tricolori che oggi gioca nel club dove è nato e cresciuto. Il gol di Gaus al 96′ ancora non se lo toglie dalla testa, il triplice fischio di Frank Willenborg ancora risuona nelle sue orecchie. “Me lo ricorderò anche tra cinquant’anni” dice il difensore ai nostri microfoni. Un miracolo sportivo che ancora non sembra reale e che ci viene raccontato con l’emozione di chi è un figlio di Saarbrücken.

Parla Calogero Rizzuto, protagonista dell’impresa del Saarbrücken contro il Bayern Monaco

Calogero ancora stenta a crederci, la vittoria sul Bayern non gli sembra reale: “Dopo la fine è stato incredibile…ancora oggi è una bella sensazione per noi. Nessuno ci credeva, il Bayern Monaco è una squadra con una qualità davvero assurda. Da Davies a Tel e Sanè…quanto sono veloci! Per me è come se fosse stato un ‘highlight’. Me lo ricorderò anche tra cinquant’anni”. Rizzuto non si dimentica il passato, e ci cita la storica vittoria dell’FCS sui bavaresi nella stagione 1976/77: “Negli anni settanta il Saarbrücken vinse 6-1 contro il Bayern Monaco, e oggi questa vittoria è per questa generazione“.

In campionato il Saarbrücken veniva da alcune partite negative, poi è arrivato il Bayern Monaco e come per magia è arrivata una vittoria storica. Alla nostra domanda “come si prepara un match come questi?” Calogero fa fatica a rispondere, gli manca il fiato, perché sa di aver compiuto un’impresa che resterà negli annali. “Il Bayern Monaco nella partita prima della nostra vinceva 8-0 contro il Darmstadt. Arrivavano felici da quel match. Sinceramente non pensavo in bene per questa partita”.

Emozioni e segreti: come si batte il Bayern Monaco

Photo by Getty Images

È l’intervallo, il Saarbrücken è negli spogliatoi e la partita è sull’1-1 dopo un gol allo scadere del primo tempo di Sontheimer. La squadra di Calogero Rizzuto torna in campo e resiste stoicamente per altri 45 minuti, poi allo scadere arriva il gol di Gaus. “Non volevamo concedere gol al Bayern Monaco, poi dopo venti minuti Müller segna il primo. Nella mia testa mi son detto ‘speriamo non finisca come a Darmstadt, che ce ne fanno 8!’. Noi però giocavamo bene, minuto dopo minuto nessuno aveva più paura e segniamo l’1-1. Nel secondo tempo non avevamo più la forza di correre, attaccare e andare a fare gol. All’ultimo minuto poi abbiamo segnato. Ancora oggi non ho realizzato quello che è successo, è incredibile. Abbiamo preferito difendere nel secondo tempo, ma se la partita fosse durata anche solo 30 minuti in più penso che non avremmo vinto. Il resto, però, è storia”. Cose che capitano una volta nella vita, o un chiaro segno del destino, per chi ci crede.

Dopo il gol di Gaus i nerazzurri hanno dovuto resistere quasi altri tre minuti agli attacchi del Bayern Monaco. Allo scadere arriva un cross di Müller dalla sinistra: ci sono Rizzuto e altri due difensori del Saarbrücken a marcare Tel. Cross respinto, ribattuta di Gnabry che viene murata, e poi il triplice fischio. Calogero si ricorda bene quel momento e ci confessa le emozioni che ha provato: “Ho pensato ‘Madonna, tiriamo la palla verso la metà campo’. Ricordo il tiro di Gnabry e sudavamo tutti. Se segnava non vincevamo”.

Giocare contro il Bayern Monaco non è una cosa che capita tutti i giorni, Calogero lo sa e da oggi sa anche quali sono le difficoltà nel marcare dei fuoriclasse. “Questo Davies è veloce…l’avevo visto solo in televisione e non pensavo. Dentro di lui c’è potenza. Giocatori così veloci e di qualità non li ho mai visti. Anche Tel è un giocatore che ha 18 anni ed è forte, così come Sanè. È incredibile giocare contro questi calciatori. Li conoscevo solo dalla TV“.

La festa sfrenata e i sogni per il futuro

“Abbiamo festeggiato con mezzo paese e tanti tifosi fino alle cinque di mattina. Abbiamo bevuto birra, vino, anche se nella nostra testa c’era la partita di sabato contro il Sandhausen. Fare questo ‘switch’ è stato difficile. Abbiamo messo la vita contro il Bayern Monaco, però c’era anche la partita di 3.Liga. Dopo la partita migliaia di tifosi ci aspettavano e abbiamo festeggiato tutti assieme. Era come se fosse un giorno di festa. Eravamo a piedi in mezzo a loro“. Una festa che Calogero Rizzuto certamente non dimenticherà. L’italotedesco, infine, ci racconta un divertente aneddoto su un suo compagno di squadra: “Pensate che un giocatore della nostra squadra disse che se avessimo vinto contro il Bayern Monaco avrebbe finito la sua carriera…ma non la finirà!

In DFB Pokal ora arriva l’Eintracht Francoforte. Squadra che Calogero conosce…e che ha anche già battuto!  “Difficile da dire, perché anche l’Eintracht è una bellissima squadra. Io ho già vinto in passato contro l’Eintracht, ero nell’Erzgebirge Aue, sempre in terza divisione tedesca. Se Dio vuole si risalirà a questa partita, ma questa è solo un “bonus”. Però è tutto molto bello”.

Chi è Calogero Rizzuto?

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Nome e cognome italiani, lineamenti mediterranei, ma un accento tedesco che fa capire quanto Calogero sia un figlio di Saarbrücken. Rizzuto è nato e abita tuttora lì: questo paese l’ha visto nascere, crescere, andar via…e poi tornare. A Saarbrücken si trasferirono i suoi genitori, che sono siciliani, prima ancora che lui nascesse. “Con i miei genitori parlo solo italiano e un po’ di tedesco”, ci confessa il terzino.

Tornare in Italia a vivere o a giocare? Al momento nei pensieri di Calogero c’è solo Saarbrücken, la sua città natale. “Quando non avevo squadra lo scorso anno il mio agente mi disse di cercare squadra in Italia, ma nessuna mi propose un contratto. Penso che sia un po’ difficile giocare in Serie B. Ho preferito tornare a Saarbrucken, che è casa mia, sono un figlio di questo paese e per me che giocavo sempre lontano è una cosa bella. Qui ho tutti gli amici e la famiglia. Però ho ancora uno zio e una zia che abitano ancora a Favara. L’ultima volta in Italia è stata per il mio matrimonio nel 2022, in Toscana”.

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Published by
Federico Draghetti