Cavani e gli altri: la dinastia dei numeri 7 del Manchester United

Edinson Cavani, novello acquisto del Manchester United, non ha paura di confrontarsi con la storia gloriosa del club: ha scelto la maglia numero 7, quella delle leggende dei Red Devils.

Da Best a Cristiano Ronaldo, passando per Cantona e Beckham, dalle parti di Old Trafford il 7 è stato ricoperto da un’aura leggendaria, divenendo “IL” numero.
Negli ultimi anni però le cose sono andate un po’ diversamente, e l’addio di CR7 ha lasciato il posto ad interpreti che non hanno onorato a dovere la storia gloriosa di quel numero e del club, arrivando a parlare di “maledizione del numero 7”, simile alla maledizione dei numeri 9 al Milan.
Riuscirà il Matador a sfatarla, ristabilendo la gloriosa tradizione e riportandola ai vecchi fasti?

In principio fu Best
Ma quando nasce la leggenda del numero 7?
Correva l’anno 1963 e un ragazzino nordirlandese delle giovanili dei Red Devils esordiva in prima squadra. Aveva un cognome pesante, ma non aveva problemi a portarlo, sapeva anche lui di essere il migliore. Si chiamava Best, George Best.
In una squadra dove militava gente del calibro di Bobby Charlton, Denis Law e con un genio come Matt Busby in panchina, in quegli anni Best contribuì alla vittoria di una FA Cup, di due campionati inglesi e della Coppa dei Campioni del 1968. Quello stesso anno Best vinse anche il Pallone d’Oro, a soli 22 anni.
Da lì ha inizio il suo declino, dovuto anche ai problemi di alcolismo che l‘hanno portato alla prematura morte nel 2005, ma la sua leggenda resta intatta: lascia lo United nel 1974 dopo 11 stagioni, segnando 181 reti in 473 presenze.
Maradona good, Pelé better, George Best.

King Eric
La leggenda della 7 si riaffaccia a Manchester nell’estate del 1992.
In panchina c’è Alex Ferguson, e i Red Devils non vincono il campionato da 25 anni, i tempi di Best e Busby.
I Red Devils si affidano così a un attaccante francese dal talento cristallino e dalla personalità straripante, fresco campione d’Inghilterra con il Leeds: Eric Cantona.
Cantona, con la 7 sulle spalle, onorerà a dovere la maglia che fu di George Best. In 5 stagioni vincerà 4 Premier League, oltre a due FA Cup, segnando 82 gol in 182 partite.
Un carattere difficile, ma un talento meraviglioso.

Lo Spice Boy
Con l’addio di Cantona la numero 7 resta in buone mani, finendo sulle spalle di un prodotto delle giovanili, il talento più cristallino della “Classe del ‘92“, quella di Ryan Giggs, Paul Scholes e Gary Neville: David Beckham.
Noto anche per le vicende fuori dal campo, tra copertine glamour e il matrimonio con Victoria Adams, cantante delle Spice Girls. Ma è soprattutto in campo che fa parlare di sè: dal 1995 al 2003 vincerà 6 volte la Premier, due volte la FA Cup e la Champions League del ‘99, quella della rimonta nei minuti di recupero contro il Bayern Monaco.
Dotato di un piede destro fatato, la sua specialità sono indubbiamente i calci di punizione, una vera e propria sentenza per le squadre avversarie.
Lascerà i Red Devils per il Real Madrid dei galacticos, dove continuerà a vincere.

L’ultimo della dinastia (finora)
Nel 2003, con la partenza di Beckham, la 7 è di nuovo libera, e viene assegnata a un ragazzino portoghese, appena acquistato dallo Sporting Lisbona: si chiama Cristiano Ronaldo.
Il fuoriclasse di Madeira disputa 6 stagioni a Old Trafford, vincendo tutto: 3 volte la Premier, una FA Cup, due Coppe di Lega, un Mondiale per Club e la Champions del 2008, vinta ai rigori contro il Chelsea.
In tutto segnerà 118 gol, lasciando un vuoto mai più colmato.

Le delusioni recenti
Dopo Ronaldo infatti, la maglia numero 7 non ha più trovato interpreti alla sua altezza, e i risultati del club ne hanno risentito non poco.
Il primo a indossarla dopo CR7 è stato Michael Owen, ex golden boy del Liverpool poi passato al Real Madrid, in una carriera falcidiata dagli infortuni.
A Manchester non riuscirà a imporsi, segnando solo 17 gol in tre stagioni.
Dopo Owen è il turno di Antonio Valencia, ma nemmeno l’ecuadoriano riesce ad entrare nel cuore dei tifosi, segnando solo 25 gol.
Nel 2014 la numero 7 va ad Ángel Di Maria, fresco Campione d’Europa con il Real Madrid. In Inghilterra però non riesce a fare la differenza, e lascia i Red Devils dopo una sola stagione, destinazione PSG.
La 7 passa così a Memphis Depay, giovane promessa olandese. Anche il suo impatto è tutt’altro che memorabile, con soli 7 gol all’attivo in due stagioni.
L’ultimo ad indossarla è stato Alexis Sanchez: il nino maravilla viene da ottime stagioni al Barcellona e all’Arsenal, ma allo United non riuscirà mai a fare la differenza, finendo per essere ceduto all’Inter, dove sta vivendo una seconda giovinezza.

Edinson Cavani è quindi chiamato ad una missione importante: ridare alla maglia numero 7 del Manchester United il prestigio che merita, e che l’ha contraddistinta da George Best in poi, fino a Cristiano Ronaldo.
La leggenda della 7 non deve trasformarsi in una maledizione.