Chelsea, la perseveranza di Kante e Jorginho è ammirevole

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Il Chelsea ieri sera ha vinto la sua seconda Champions League della sua storia trionfando contro il Manchester City di Pep Guardiola. Thomas Tuchel ha inguaiato e non poco il collega mettendo in campo una formazione super concentrata e super determinata a interrompere sul nascere tutte le azioni del City. Il pressing asfissiante per 90 minuti ha di fatto tolto qualsiasi sbocco alla squadra di Guardiola che, nel secondo tempo, non ha mai calciato in porta. Il merito va sì alla difesa ma anche a due figure a centrocampo che in pochi hanno: Ngolo Kante e Jorginho. Cosa hanno in comune entrambi? Entrambi hanno vissuto anni duri prima di arrivare a questo traguardo. Vediamo come e dove.

Kante, nel 2014 giocava in Ligue 2 con il Caen, poi è arrivata nella stagione successiva l’esordio in Ligue 1, prima dell’approdo al Leicester, squadra con la quale si è rivelato al mondo grazie anche al nostro Claudio Ranieri che lo ha elevato al centrocampista totale di oggi. Con le Foxes ha vinto la Premier League per poi volare al Chelsea l’anno successivo dove ha vinto un altro titolo d’Inghilterra nel 2017 con i blues. Nel 2018 è arrivato il Mondiale vinto con la sua Francia, nel 2019 l’Europa League con il Chelsea e ora la Champions League.

A cosa può ambire ora Kante? Sicuramente l’umilissimo giocatore francese che ha sempre comportamenti diligenti e rispettosi verso tutti diventa un serio candidato per la conquista del Pallone d’Oro. Certo, su questo influirà anche l’Europeo che si giocherà dall’11 giugno all’11 luglio, ma per il francese sarebbe più che meritato visto il suo percorso per arrivarci.

Storia simile è quella del nostro Jorginho. Il centrocampista della Nazionale infatti ha vissuto una carriera parallela a quella di Kante. Anche lui nel 2011 giocava nelle leghe minori in Italia. In quell’anno infatti era in C2 in prestito dal Verona alla Sambonifacese prima di tornare ai gialloblù e diventare il centrocampista che tutti noi conosciamo. E pensare che, come dichiarato dallo stesso Jorginho, all’età di 17 anni il pensiero di smettere è stato vivissimo.

“A 17 anni volevo mollare il calcio, i miei genitori non me l’hanno lasciato fare: gli dico grazie, sono molto orgoglioso di loro”. 

Ecco perché, quando ieri è arrivato il triplice fischio, Jorginho è apparso incredulo e colmo di felicità per chi, da sempre, è stato al suo fianco. Due storie meravigliose culminate con il successo più grande, la Champions League. Dall’inferno al paradiso.