Con l’abolizione del goal in trasferta finisce un’era lunga 56 anni

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Alla conferenza stampa pre partita, valida per una competizione europea, frasi del tipo: “In trasferta è molto importante fare goal” non le sentiremo più. È sempre importante segnare, sia in casa che in trasferta, ma la rete fuori casa da oggi non è più importante di una segnatura tra le mura amiche. Tutte le reti hanno lo stesso valore. L’Uefa ha messo praticamente la parola fine ad un’era del calcio lunga 56 anni; curioso che questa decisione sia arrivata proprio in un periodo storico in cui si è capita l’importanza di avere il cosiddetto “12° uomo in campo” che può spingere la squadra di casa alla vittoria. Nell’era appena trascorsa abbiamo assistito a diversi goal che hanno segnato la storia delle competizioni europee, andiamo a vedere quali sono stati i più iconici.

EUSEBIO IL PRIMO MARCATORE DEL GOAL CHE “VALE DOPPIO”

Il primo marcatore che siglò un goal in trasferta con l’ormai vecchio regolamento, fu il fuoriclasse portoghese Eusebio. Il fuoriclasse portoghese eliminò con il Benfica i nord irlandesi del Glentoran; nel 2003 il goal di Andrij Shevchenko che eliminò l’Inter in semifinale di Champions: 0-0 all’andata, 1-1 al ritorno; nel 2009 il goal di Iniesta allo Stamford Bridge di Londra spedì il Barcellona nella finale di Roma a spese del Chelsea; nel 2006 il goal di Emerson contro il Werner Brema qualificò la Juventus ai quarti di finale grazie ai due goal segnati in Germania.

Nel marzo 2011 una rete di Goran Pandev all’88’ a Monaco di Baviera diede la vittoria all’Inter di Leonardo e la qualificazione ai quarti di finale.  Nel 2018 una delle rimonte più clamorose: la Roma di Eusebio Di Francesco riesce clamorosamente ad eliminare il Barcellona grazie alla vittoria per 3-0 allo stadio Olimpico. Decisivo il goal di Edin Dzeko siglato all’80’ del match di Barcellona; quel goal ha permesso a Kostas Manolas di siglare il goal qualificazione tra le mura romane.