Da Maradona a Osimhen, Napoli torna a sognare

Napoli Osimhen

(Photo by TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

C’era una volta Diego. E c’è sempre. In ogni momento. C’è oggi Victor, il nuovo idolo di Napoli che fa sognare la città. Se il legame tra Napoli e Maradona non si è mai interrotto, quello con Osimhen è nato da poco ma è diventato già un nodo d’amore.

Il legame tra Napoli e Maradona non è mai finito. Una città che vive in ogni momento di calcio, di passione, di folklore e in eterna simbiosi con il più grande giocatore di sempre, Diego Armando Maradona, sta tornando a sognare il tricolore dopo gli ultimi esaltanti risultati del Napoli in questo campionato. Dall’ultima vittoria dello scudetto del Napoli ad oggi sono passati 33 anni di storia: da Maradona, Careca per poi passare ai più recenti Lavezzi, Cavani, Hamsik, Insigne e per finire con la coppia dei dioscuri del gol: Osimhen e Kvaratshkelia. Sia chiaro il filo conduttore tra Napoli e Maradona resta sempre vivo, rivitalizzato dall’ultima grande gioia e festeggiamenti in piazza dei napoletani per il Mondiale vinto dall’erede di Diego, ovvero Messi, con quell’Argentina che resta la seconda terra dei napoletani.

I SIMBOLI AZZURRI DEI PARTENOPEI

Le strade di Napoli, i suoi tipici vicoli e lo stadio portano ancora dei segni indelebili e tangibili del suo idolo di sempre. A Forcella è presente un Murale enorme di Maradona e al suo fianco è adornato con decine di bandiere azzurre, fiori, sciarpe e omaggi al più grande di sempre. Non c’è un napoletano che non conosca chi sia Diego: il simbolo di resistenza, vittoria e riscatto di una città del Sud Italia che tra tanti problemi e difficoltà riuscì ad essere prima nello sport rispetto alle altre ricche e potenti città italiane. Ma per la prima volta, dopo anni, si torna a respirare un clima e un’aria diversa in città: c’è ottimismo, fibrillazione, entusiasmo e gente che canta i cori da stadio per gli azzurri come se fossero ancora lì a Fuorigrotta a sostenere la squadra. A far sognare la città oggi c’è Osimhen, la freccia azzurra-nigeriana che a suon di gol sta riuscendo a portare il Napoli sempre più in alto in classifica: 14 gol in 17 partite (e non è nemmeno un tiratore fisso dei calci di rigore altrimenti la quota sarebbe ancora più alta come gli altri bomber europei). A ruba le sue magliette, firme, selfie e autografi: tutti per Victor – Victor per tutti.

DALLA POVERTA’ AL RISCATTO

Le storie dei grandi uomini e dei grandi campioni, passano inevitabilmente dalle difficoltà. Osimhen, come Maradona, nasce in un quartiere poverissimo della sua città Lagos, gioca a piedi scalzi in mezzo a fango, polvere e sabbia nei sogni di quei bambini c’è la speranza e il sogno di emergere per scappare dalle difficoltà della vita quotidiana dei loro quartieri. Diventare l’idolo della propria gente, del proprio popolo è l’aspirazione più grande, dopo aver passato l’infanzia a vendere bottigliette d’acqua: Osimhen ogni volta che torna in patria viene omaggiato sempre in modo particolare, accolto come fosse un Dio tra riti e usanze locali, come Diego che è stato e continuerà ad essere per sempre il simbolo di orgoglio e riscatto sportivo di tutti gli argentini contro le superpotenze europee di quel tempo.

DAL VOLTO DI DIEGO ALLE SCIARPETTE E CORI PER I NUOVI IDOLI AZZURRI

E’ tutto lo stadio ad incitare gli azzurri con cori ormai diventati virali e famosi in tutto il mondo grazie alle tv, broadcast e social che li ripropongono ovunque per la loro originalità e spettacolarità. Cori da pelle d’oca che solo i napoletani sanno fare: da “O’ mamma o’ mamma o’mamma mi batte il corazon” ad “Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione”. Coloro che hanno visto vincere Maradona con il Napoli portano ancora un fuoco dentro che si riaccende ad ogni partita e gol del Napoli. Ecco perché a Napoli continua ad esserci una fame incredibile di vittoria: è il fuoco dentro che ogni napoletano fa ardere dentro di sé per l’eterna passione verso la propria squadra del cuore.

ESTATE ROVENTE MA RISCATTO IMMINENTE

I dolorosi addii che i tifosi partenopei hanno dovuto digerire quest’estate per i mancati rinnovi della società dei contratti agli ex Insigne, lo scugnizzo partenopeo e capitano del Napoli; il belga Mertens, ribattezzato “Ciro” dalla tifoseria azzurra per il forte legame che aveva con la città, del comandante della difesa Koulibaly ed infine del portiere Ospina, per anni un punto di riferimento tra i pali, sono stati poi superati a suon di gol e vittorie in questa nuova stagione. Lo spettacolo deve andare avanti ed ecco che i nuovi Simeone – un argentino che sente fortissimo dentro di sé il legame con la città in cui Maradona ha vinto- , il georgiano Kvaratskhelia che porta i tifosi del suo popolo a seguirlo dalla sua lontanissima Georgia fino a Napoli, e il giovane italiano Raspadori –acquistato dal Napoli per 40 milioni di euro- stanno deliziando i tifosi. Osimhen, il perno centrale dell’attacco, è il nuovo portabandiera dei sogni ma è tutto il nuovo Napoli dei giovani a sognare, assieme ai suoi tifosi. Anche in loro arde il fuoco negli occhi e nell’animo e ad ogni partita sembrano sempre più convinti di poter coronare un sogno atteso ormai da troppo tempo. Di sicuro è un Napoli già vincente e tutta la città canta “Napoli torna campione”.

Da Diego a Victor cambiano i tempi, certo. Oggi Osimhen non è ostaggio della città come fu per Maradona, impossibilitato anche solo a fare una passeggiata per la città, cambiano gli accenti e le abitudini (Maradona parlava sempre alla sua gente, nelle interviste, in tv, nei talk-show, Osimhen avrà fatto sentire la sua voce, in inglese, sì e no due volte, ma non cambia la passione di questa città. Napoli sogna e canta. E ieri come oggi, “nunn’è peccato”.