De Zerbi: “Super League è colpo di stato. Vorrei non giocare domani”

De Zerbi

foto Daniele Buffa/Image

Vigilia di campionato o forse no per il Sassuolo. I nero verdi domani saranno impegnati sul campo del Milan, ma l’allenatore degli emiliani Roberto De Zerbi non ci sta, vorrebbe non giocare la gara, visto che i rossoneri sono uno dei fondatori della Super League.

“Sono molto toccato e arrabbiato di questa cosa a tal punto che ieri abbiamo parlato con la squadra per una mezz’ora. E’ giusto fermarsi come ogni tanto accadeva a scuola quando si fermava il programma”.

“Sono molto arrabbiato perché domenica è stato fatto un colpo di stato! Questo episodio equivale un colpo di stato nel calcio, nei contenuti e nella modalità. Nei contenuti perché il calcio è di tutti ed è meritocratico. Nella modalità perché si poteva fare alla luce del sole, invece comunicati congiunti a mezzanotte, il sito nuovo, come se qualcuno dovesse porre le bandiere in un posto che aveva sottratto a qualcun altro”.

“Io domani non avrei piacere a giocare la partita perché il Milan fa parte di queste tre squadre e l’ho detto ai giocatori e a Carnevali. Se Carnevali mi obbligherà ad andare chiaramente ci vado. Ma sono rimasto male. Sono arrabbiato perché il calcio mi ha dato da mangiare per 40 anni e anche io al calcio ho dato tutto e non la metto come questione lavorativa, va oltre al lavoro e allo stipendio, ma proprio nella sfera dei valori, dei sentimenti, delle rivalità calcistiche italiane sulle quali si sono giocate tante partite, si sono scritte tante pagine”. 

“E’ un comportamento che va a ledere un diritto che non è solo circoscritto al calcio, il diritto che il più debole possa farsi strada, come se non potesse sognare un futuro più bello di quello che dice la sua provenienza, come se un figlio di un operaio non possa sognare di fare il chirurgo, l’avvocato, il dottore”. 

“E’ una cosa che mi urta i nervi. E’ come se mi avessero detto, ai tempi dell’oratorio, il pallone è mio, l’ho portato io e gioco io. E’ finito il tempo dell’oratorio. Io credo che il calcio abbia un ruolo sociale diverso dagli altri sport, è così per l’Italia e l’Europa, giusto o non giusto che sia”.

“Fare una Super Lega dove loro decidono chi deve entrare e decidono chi sta fuori, va a togliere l’essenza del calcio. Io sono partito quest’anno spingendo il sogno del quarto posto, del quinto, del sesto. Forse io e la mia società siamo co***oni perché ancora sogniamo ma qualche risultato lo abbiamo fatto e qui si tratta di metterci la faccia. Se questo è il calcio moderno è una roba che non rispetta l’uomo prima del calciatore e del tifoso. Noi facciamo parte di un ambiente ricco, dove girano tanti soldi, e allora devono farsi delle domande loro”.

“E’ giusto che noi del calcio, così come hanno fatto Klopp, Bruno Fernandes, i tifosi del Liverpool, del City, ci si esponga. Questa è una pagina triste, grave, pesante, che può andare a rovinare il mondo che io amo e che ho amato e per il quale mi sono speso in tutto e per tutto”.