Dino Zoff compie 80 anni: “Nel ’78 pensai di ritirarmi per un insulto”

Dino Zoff

(Photo by Don Morley/Allsport/Getty Images)

In occasione del suo ottantesimo compleanno, Dino Zoff ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. L’ex capitano azzurro e campione del mondo del 1982 ha ripercorso alcune tappe importanti della sua vita e della sua carriera da calciatore. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni:

La prima grande delusione?
“La mancata convocazione con la Nazionale Juniores per l’Europeo di categoria, in Portogallo. Avevo19anni, giocavo nell’Udinese, e la Gazzetta aveva scritto che sarei stato chiamato. Tutto sembrava sicuro, dalla federcalcio ero stato contattato per i documenti. Feci il passaporto. Camminavo fiero a Mariano del Friuli. Poi niente convocazione e per la vergogna non uscivo più. Una lezione, poi ne ebbi una più pesante”.

Quale?
“Nel 1978 dopo il Mondiale venni massacrato. Avevo 36 anni e per via dei gol subiti dalla distanza contro Olanda e Brasile scrissero che “non ci vedevo”. Un insulto pesantissimo. Come se dicessero a
un giornalista che non conosce la grammatica. Attaccato nella mia serietà professionale. Pensai di ritirarmi”.

Quattro anni dopo vinse il Mondiale.
“Non ho mai vissuto di ripicche o rimpianti. Il senno del poi non mi appartiene”.

La stessa filosofia che la portò a dimettersi nel 2000 da c.t. azzurro per il duro attacco di Berlusconi.
“Fu naturale. Era stata messa in discussione la mia credibilità. Nel contesto dell’ambiente nessuno difese l’onorabilità del ruolo, a quel punto capii – per la mia dignità – che non potevo ricoprire quell’incarico. E non ho rimpianti.”

Se guarda qualche partita del passato: 
“Raramente. Ho rivisto Italia-Argentina del Mondiale ’82. Fu l’esaltazione del nostro gruppo, la
partita della svolta”.

Lì incrociò Maradona.
“Non riuscì a esplodere in quel Mondiale, si capiva fosse molto forte. Il mio amico Castellini, che a
Napoli faceva il preparatore dei portieri, mi raccontava come Diego facesse gol anche di spalla, in
allenamento, imprimendo al pallone una potenza incredibile. Capisco come, per i napoletani di allora, oggi sia difficile andare allo stadio. Hanno visto qualcosa di unico e irripetibile in quegli anni”.

Di questo campionato cosa le piace?
“La solidità dell’Inter e il percorso di Simone Inzaghi che ha creato nuovi equilibri in squadra nonostante le cessioni importanti. Attenzione però, da ora in poi contano tutti i particolari e con Milan e Napoli sarà una bella lotta”.

Deluso dalla Juve?
“Con i rinforzi di gennaio il quarto posto diventa doveroso. E anche in Champions può fare molta strada”.

L’Italia andrà al Mondiale?
“Mi auguro proprio di sì. Gli azzurri devono ritrovare gli equilibri dell’Europeo, non è semplice, ma
ho fiducia in Mancini”.

Il suo record di unico calciatore azzurro a vincere Europeo e Mondiale non pare a rischio.
“Io invece auguro con tutto il cuore al collega Donnarumma e agli altri di eguagliarlo”.