Dodò, a quella chiamata non si può dire di no | Ciao Fiorentina, futuro prossimo altrove

Dodò, a quella chiamata non si può dire di no | Ciao Fiorentina, futuro prossimo altrove

Dodo, esterno della Fiorentina e della nazionale brasiliana - lapresse -calcioinpillole.com

Qualificazione in Conference appesa a un filo, in casa Fiorentina si dà vita al cambiamento. Dodò, una chiamata impossibile da rifiutare, futuro segnato.

Serve un miracolo sportivo per tornare in Europa, in quella Conference dove la Fiorentina è stato sempre protagonista nell’ultimo triennio con due finali, una semi, e sempre tanti rimpianti: bisogna vincere a Udinese, fin qui nulla di trascendentale. E sperare che la Lazio perda con il Lecce.

Più che il risultato sportivo, però, a Firenze si sta vivendo qualcosa di sorprendente. Una contestazione totale nei confronti di allenatore, dirigenza e un bel pò di giocatori. Ma si sa Firenze non è una città come le altre.

Non lo è per chi la vive, per chi la visita, e soprattutto per chi allena la sua squadra di calcio. Lo ha capito in fretta anche Raffaele Palladino, fresco di accordo con la Fiorentina dopo l’addio a Vincenzo Italiano, eppure mai amato dai tifosi viola.

Palladino arriva in riva all’Arno con il credito di chi ha fatto bene con il Monza, ma anche con la consapevolezza che a Firenze si gioca un altro campionato, non solo in campo ma anche fuori. Basta una prestazione opaca, un cambio non condiviso, una frase in conferenza stampa fuori tono, e la tifoseria, calda ma anche esigente, fa sentire la sua voce. Come in occasione dell’ultimo turno, contro il Bologna: il 3-2 è stato offuscato da una rabbiosa contestazione che ha preso di mira sia Palladino sia Pradè.

La decisione di Commisso

Gli ultimi anni sono pieni di esempi di allenatore contestati dai tifosi gigliati: da Montella a Prandelli, da Iachini a Italiano, tutti hanno dovuto fare i conti con la pressione di una piazza che sogna in grande ma raramente è disposta ad aspettare.

Il Franchi rumoreggia, ma Commisso sembra determinato ad andare avanti con Raffaele Palladino in panchina e Daniele Pradè in cabina di regia. Sarà così almeno fin quando i risultati saranno da parte di allenatore e dirigenza. Poi chissà.

Moise Kean
Moise Kean, goledor della Fiorentina – lapresse – calcioinpillole.com

Chi va via

Se Palladino per il momento resta alla guida della Fiorentina, sono molti i big con le valigie in mano. Moise Kean in primis: l’attaccante non è certo in discussione, ma quella clausola rescissoria relativamente bassa in considerazione della super stagione disputata, fortemente voluta dallo stesso giocatore, non lascia molte certezze: bastano 52 milioni (entro il 15 luglio) per portarlo via dal Franchi.

Fagioli non si è mai preso del tutto con Palladino e lo ha dimostrato in occasione degli ultimi cambi. Gudmundsson fa riflettere. E con Dodò il rinnovo è in alto mare. Il brasiliano, col contratto in scadenza nel 2027, non sarebbe soddisfatto dell’offerta presentata e, vista la distanza troppo significativa tra le parti, avrebbe già dato mandato al suo entourage di cercare un’altra sistemazione. Il futuro prossimo, però, è segnato: Dodò risponderà alle prime convocazioni di Ancelotti con la nazionale brasiliana.