E quindi uscimmo a riveder le stelle

Perché nel mezzo del cammin dello scorso campionato, ci ritrovammo in una selva oscura e proprio come Dante, adesso, stasera, inizieremo finalmente a rivedere i primi spiragli di luce. Il calcio ha vissuto il suo inferno, perché il silenzio di uno stadio vuoto equivale ad un girone dell’Inferno dantesco: una rete di una porta che si gonfia, quel rumore delle corde toccate dalla palla, senza l’urlo liberatorio di migliaia di appassionati, non ha la stessa magia. Mesi e mesi di buio, di silenzio, di inferno calcistico e, stasera, in Juventus-Atalanta, finalmente tornano i tifosi sugli spalti di uno stadio. E quindi uscimmo a riveder le stelle.

Un graduale ritorno alla vita

E così, al Mapei Stadium, inizierà un graduale ritorno al vero calcio, quello con i tifosi sullo stadio, il vero fulcro del gioco più bello del mondo. Quattromilatrecento tifosi, fortunati, che stasera assisteranno alla finale di Coppa Italia tra Juventus ed Atalanta. Sarà il primo passo verso la normalità, la prova generale per gli Europei che si giocheranno con la presenza del 25% della capienza degli stadi. Stasera, invece, la capienza sarà occupata all’incirca per il 20% ed i 4.300 tifosi saranno suddivisi tra Curva Nord (i supporters bergamaschi), Curva Sud (i bianconeri) e tribune. La Lega Calcio e la Regione dell’Emilia Romagna hanno pensato ai minimi dettagli affinché tutto avvenga nella maggiore sicurezza possibile, la salute prima di tutto: i tifosi avranno la possibilità di entrare nello stadio da 7 ingressi diversi, così da evitare assembramenti, e 320 steward gestiranno il flusso, uno steward ogni 13 persone circa. Lo stadio sarà aperto due ore prima della partita ed Annalisa aprirà lo spettacolo cantando l’inno di Mameli, proprio come si cantava sui balconi delle case italiane durante il primo lockdown, per sentirsi uno accanto all’altro nell’inferno reale che abbiamo attraversato: quello delle vite spezzate, delle esistenze interrotte, della paura. Stasera il calcio ci aiuterà a tornare gradualmente alla vita, quella vera.

Vaccini e tamponi

Non solo distanziamento e controllo, ma anche vaccini e tamponi. Chi ha avuto la fortuna di poter acquistare il biglietto per questa sera, lo ha potuto fare solo perché ha soddisfatto uno dei seguenti requisiti: guarigione dal Covid entro gli scorsi sei mesi; ciclo di vaccino terminato; tampone negativo effettuato al massimo due giorni fa. E per gli stessi tifosi che torneranno questa sera nelle loro case, il Ministro Speranza ha allungato fino alle 24 il coprifuoco, già posticipato per tutti dalle 22 alle 23. Proprio per facilitare il ritorno alla normalità attraverso il pallone. Al Mapei Stadium, insomma, si assisterà ad una partita di calcio finalmente dagli spalti e nella massima sicurezza possibile, per quanto sicuri ci potremmo mai sentire nel contesto in cui ci ritroviamo. L’inferno sta passando, torniamo a divertirci, torniamo a vivere.

E quindi uscimmo a riveder le stelle

Sì, stiamo finalmente uscendo dall’Inferno ed in quei 4.300 tifosi ognuno di noi, davanti alla TV, si immedesimerà sognando di essere di nuovo sugli spalti, di nuovo fianco a fianco all’amico della curva, abbracciando il primo sconosciuto al tanto sofferto gol della propria squadra del cuore. Quanto ci è mancato quel “tecnico” esperto di calcio seduto due file dietro di noi e pronto a criticare per ogni passaggio, per ogni errore, per ogni movimento. Quanto ci è mancato quel coro cantato dalla curva opposta alla nostra, quella sigaretta fumata dal vicino in barba ad ogni divieto e quello impassibile con le cuffiette all’orecchio per ascoltare la radiocronaca della partita.

Quanto ci è mancato il vero calcio, quello vissuto allo stadio, o almeno quello visto in TV ma con lo stadio pieno: pieno di persone, pieno di tifosi, pieno di passione e pieno di emozioni. E quindi uscimmo a riveder le stelle… finalmente, piano piano.

Amato calcio, riportaci alla tanto sottovalutata normalità.