Empoli, Pinamonti ricorda: “Icardi è stato decisivo per me”

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(Photo by Gabriele Maltinti, Onefootball.com)

Intervistato da SportWeek, Andrea Pinamonti, attaccante dell’Empoli, ha commentato il suo momento di forma e ricordato la sua esperienza all’Inter passata sotto l’ala protettiva di Mauro Icardi. Di seguito le sue parole.

Empoli, Pinamonti ricorda il passato all’Inter ed elogia Icardi

Pinamonti Icardi
(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

SUL MOMENTO POSITIVO – «Sto vivendo appieno questo momento di felicità, che dura da inizio stagione, e, credimi, non sto per niente pensando a quello che sarà. Voglio godermi questo periodo proprio perché so che torneranno giorni meno positivi, quando, come dicevo prima, cambieranno di nuovo i giudizi nei miei confronti»

SULL’INTERISMO – «Mio papà da giovane andava in curva a San Siro. Fa il bancario, mamma invece si occupa dell’azienda agricola della sua famiglia. Poi ho una sorella più grande che sta in Australia. Avevo otto anni e giocavo in una squadretta di paese, la Bassa Anaunia a Denno, quando Roberto Vincenzi, un osservatore che lavorava coi grandi club, disse ai miei genitori: ‘Posso portarlo a un provino all’Inter o al Milan, oppure alla Juve, all’Atalanta o al Torino’. E aggiunse: ‘Andrea, decidi tu’. Ma io avevo già deciso mentre ancora parlava»

SULL’ESSERE RASSEGNATO – «Quello mai, tant’è che sono sempre rimasto male quando non entravo, che fosse la prima partita di campionato o l’ultima. Con Conte ho parlato prima del mercato di gennaio, dicendogli che avrei voluto andare a giocare. E lui, sincero, mi fa, più o meno: “Preferisco che resti qua. Non sei la prima scelta, ma ti alleni bene e non crei problemi. E poi, restando, puoi imparare molto di più che andando via»

SUGLI IDOLI – «Ibra l’ho visto quando sono entrato all’Inter. E’ una miscela di caratteristiche tecniche e atletiche che solo lui possiede in misura così alta. E poi la mentalità…Icardi è completamento diverso da come viene dipinto per la sua vita fuori dal campo. Ha fatto di tutto per me quando ho iniziato a vivere da solo a Milano. E’ il mio centravanti ideale: in area si muove come nessuno»