Esclusiva, Della Rocca: “Serve un attaccante per far grande il Bologna”

(Photo by Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images)

Le giovanili a Bologna, l’esordio in Serie A al Dall’Ara, un interminabile girovagare in lungo e in largo tra massimo campionato e Serie B, con qualche infortunio di troppo, purtroppo. Palermo, Perugia, Salernitana, Siena, ma non solo: è lunga la lista delle esperienze – a centrocampo a recuperar palloni e ad impostare azioni – di Francesco Della Rocca, oggi Direttore Tecnico dell’Accademia Calcio Frosinone, scuola calcio della società ciociara distaccata a Roma, che si racconta a Calcio in Pillole.

Della Rocca, eccoci qua. Guardando indietro, vediamo Bologna, Palermo, Perugia, Salernitana: hai giocato in molte piazze importanti. Dove hai lasciato i ricordi migliori?

Ho ricordi positivi di tutte le piazze in cui ho giocato, con dei distinguo. A Bologna mi sono formato ed ho esordito in A, una città e una squadra a cui sono particolarmente legato. Le esperienze del Palermo e della Salernitana sono state importanti, belle annate. Soprattutto a Salerno sono stato bene, per il rapporto che avevo con i tifosi e la città. Era una Serie B ‘mascherata’ da Serie A

Gli infortuni hanno condizionato la tua carriera: che consigli daresti a giovani calciatori che incappano in questi frequenti “incidenti di percorso”?

I primi infortuni li ho avuti da giovanissimo, avevo 16 anni quando mi ruppi i primi legamenti del ginocchio: lì si parla di sfortuna. Tutti gli infortuni successivi erano collegati ai primi, dato che le cartilagini hanno iniziato a usurarsi nel tempo. Ho avuto un po’ di sfortuna ma a volte anche i pre e i post-infortuni non sono gestiti bene. Consiglio, quando si subiscono incidenti come questi, di pensare solo a sé stessi, curandosi da chi e dove si ha più fiducia, non facendosi trasportare dalle varie dinamiche societarie e dai procuratori.

Che ne pensi del Bologna di Mihajlovic?

Ad oggi il Bologna ha qualche difficoltà soprattutto difensiva e credo gli manchi un attaccante da almeno 10-15 gol che serve per fare il salto di qualità. Sono in ogni caso convinto che farà un bel campionato perché la squadra gioca bene, ha individualità interessanti.

Iniziamo un giro di domande a risposta secca: quale è stato il miglior mister che hai avuto?

Stefano Pioli.

E il compagno più forte con cui hai giocato?

Fabrizio Miccoli.

Chi vince lo Scudetto quest’anno?

Domandona: occhio alle outsider Napoli e Milan.

I tre punti di forza della Nazionale di Roberto Mancini?

L’affiatamento del gruppo, la qualità tecnica dei giocatori e il grande lavoro del CT Mancini.

Torniamo a te: oggi l’Accademia calcio Frosinone da DT. Al netto del Covid, come ti trovi in questo ruolo non al centro ma a bordo campo?

Dopo aver allenato la Under 15 del Bologna l’anno scorso, mi sono trasferito a Roma quest’anno intercettando questa proposta come Direttore Tecnico della Scuola Calcio all’Accademia Calcio Frosinone. Un’esperienza che mi sta aprendo la mente permettendomi di capire i meccanismi di una società dal suo interno.

E domani: vorresti proseguire dietro la scrivania o tornare a bordo campo?

Sto continuando ad allenare anche ora: faccio lezioni di tecnica ai bambini e ragazzi della squadra e non. Mi piace allenare e stare in campo. Non mi vedo tanto dietro alla scrivania: sto sommando esperienze e facendo formazione. In futuro mai dire mai.