Euro 2020, Spagna: la difesa della Roja è l’anello debole

difesa spagna

(Photo: Cesare Purini/ Insidefoto)

La selezione del ct Luis Enrique è un avversario di tutto rispetto, che annovera campioni e promesse in ogni reparto. Nonostante l’assenza di fenomeni come Iniesta, Fabregas, Xavi e Casillas, la Roja rimane una formazione di tutto rispetto. Da temere, ma di cui non aver paura.

La tenuta mentale degli spagnoli è debole. Generalmente, nella seconda metà del secondo tempo, sembrano esserci veri e proprio black out. Complice l’immaturità su palcoscenici internazionali di alcuni dei giocatori spagnoli, il morale scende e la partita viene ribaltata. Con la Croazia e la Svizzera è servita una prova di carattere, dovendo vincere la stessa partita due volte.

Punto di pregio il tiki-taka, marchio di fabbrica della formazione spagnola. La percentuale di possesso palla è alta, troppo alta: mai sotto il 70%. Punto debole di questo tipo di gioco, però, parte dalla difesa. La costruzione bassa, partendo dal portiere, è qualcosa a cui siamo ormai abituati anche in Italia. Ma qui la Spagna soffre, commettendo veri e proprio orrori tragi-comici, come nel caso dell’autogol di Unai Simon contro la Croazia.


Quando vengono pressati, i difensori vanno in difficoltà

Parlare di una difesa scarsa è un errore. Parliamo di una reparto che vale in totale 203,00 mln di euro (dati TransferMarkt). Ma la qualità dei singoli non rispecchia il valore numerico delle quotazioni di mercato. I due centrali, Laporte e Pau Torres, se pressati alti vanno in difficoltà. Non è un caso che contro la Croazia, l’unica squadra che abbia attaccato davvero fin ora, i gol presi siano tre (su cinque in totale).

Pesa l’assenza del capitano, Sergio Ramos, rimasto ai box per problemi fisici. L’assenza di un leader vero e proprio nel reparto difensivo mette in seria crisi la tenuta psicologica dei difensori quando gli avversari giocano alti, con cambi di direzione repentini. Questa difesa è forte, ma non insuperabile.