Euro2020, Pessina: “Il gol con l’Austria ci ha fatto andare avanti”

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Il centrocampista della Dea e nella Nazionale Matteo Pessina, ha rilasciato un’intervista a “La Gazzetta dello Sport” parlando della grande impresa dell’Italia a Euro2020 e del gruppo che il tecnico Mancini è riuscito a costruire.

Euro2020, Mancini e Vialli

“Si completano. Mancini ci ha dato solo due compiti tattici: costruzione del gioco e fase di non possesso. Poi ci ha detto di divertirci, ci ha dato fiducia. Anche prima della finale ci ha raccomandato di fare quello che sapevamo fare. Ci ha alleggerito e responsabilizzato. Vialli ha agito sulla parte emotiva, prima delle partite ci faceva dei discorsi capaci di emozionare noi tanto quanto si emozionava lui nel farli. C’era una tensione quasi morale, ambizione e allegria si mescolavano”.

Euro2020, il momento più memorabile

“Il gol con l’Austria, che ci ha fatto andare avanti. Dalle reazioni ho capito una volta di più ciò che la Nazionale è per il nostro Paese. Abbiamo vissuto dei giorni bellissimi, in cui ci sentivamo legati. Io sono stato il più dispiaciuto per l’infortunio di Sensi, che pure mi ha consentito di essere nella rosa. O per quello di Pellegrini e poi di Spinazzola. Il dolore di questi ragazzi ci ha unito ancora di più”.

Leadership Bonucci e Chiellini

“Non lo saprei spiegare. Posso dirle che Chiellini e Bonucci lo sono, ciascuno in modo diverso. Giorgio è più un padre di famiglia, Leo è più severo. Ma hanno un carisma eccezionale. Sanno aiutare chi sbaglia, incitare al momento giusto, mostrare combattività e lealtà, soffrire. E non si danno mai per vinti”.

Compagno preferito

“Manuel Locatelli. Ci conosciamo da tanto, siamo cresciuti insieme e siamo diventati come fratelli. Quando ero rimasto fuori, lui era più dispiaciuto di me. Siamo tra i pochi a cui non piace giocare alla Playstation. E ci piace parlare d’altro, portare lo sguardo lontano dal campo, in paesaggi grandi”.

Scudetto Atalanta

“Per il campionato la mia unica speranza è che si torni a giocare con il pubblico. Quest’ anno tra tamponi e quarantene è stato drammatico. Vorrei risentire il calore della presenza dei tifosi. E anche per questo è giusto vaccinarsi. Per l’Atalanta, che è una società modello per organizzazione, centro giovanile e persino bilanci in regola nonostante la pandemia, posso solo dire, altrimenti il mister mi rimprovera, che ci proponiamo di fare meglio dell’anno scorso. E possiamo farlo…”.

Su Jacobs e Tamberi

“Ero appena arrivato in ritiro e ho visto quei dieci minuti magici ed epici con Toloi e gli altri sudamericani. Mi sono emozionato per Jacobs come non mi accadeva da tempo, mi sono commosso. Noi italiani sappiamo reagire come pochi alle difficoltà. Personali e collettive. Tamberi ne è l’esempio. Ma è un tratto della nostra identità: veniamo da un tempo terribile, a Bergamo lo sappiamo come pochi, eppure sappiamo rialzarci. E questo ci mette un gradino sopra gli altri, specie nelle prove più difficili”.