Europei: come cambierà il palmares dopo la finale?

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Siamo giunti all’ultimo atto della sedicesima edizione dei Campionati Europei. La prima (e forse ultima?) edizione itinerante. Domenica la finale di Wembley tra Inghilterra e Italia decreterà i nuovi campioni d’Europa. Avremo una nuova vincitrice (l’Inghilterra sarebbe l’undicesima nazione a vincere un Europeo) o un bis italiano dopo il 1968?

In ogni caso, il gradino più alto del podio rimarrà un affare tedesco-spagnolo: con i loro tre titoli europei ciascuno, i teutonici e gli spagnoli sono infatti i detentori del maggior numero di vittorie. I trionfi del 1972, 1980 e 1996 fanno parte del palmares tedesco mentre la Roja fu l’unica nazione a firmare due trionfi consecutivi agli Europei vincendo nel 2008 e ripetendosi nel 2012, aggiungendo così questi due titoli al primo conquistato nel 1964.

Alle loro spalle, l’unica nazione che avrebbe potuto agganciarle, in questa edizione, a quota 3 titoli sarebbe potuta essere la Francia. I transalpini dovranno aspettare almeno altri 3 anni dopo la prematura eliminazione da questi europei e ripetere le gesta del 1984 e del 2000, anni dei trionfi bleus. La Francia si dovrà invece guardare alle spalle con l’Italia che prova a lucidare la bacheca ferma dal lontano 1968.

Gli azzurri sono infatti una delle 7 nazionali ferme a quota un europeo vinto con le sorprese Danimarca, Repubblica Ceca e Grecia a farle compagnia oltre a Portogallo, Olanda e Russia (ex Urss). Ancora ferma a zero l’Inghilterra, ansiosa di mettere le mani sul primo titolo continentale della propria storia.