Evra: “Critiche a Ronaldo ridicole. Allegri è un vero ‘gobbo'”

Evra

(Photo by Alex Livesey/Getty Images)

A breve uscirà la sua autobiografia e, ai microfoni de La Repubblica, Patrice Evra ha rilasciato una lunga intervista che ha abbracciato la sua visione di calcio nel complesso. Immancabili commenti sulla Juventus in cui ha militato, con particolari impressioni sull’addio di Ronaldo e il percorso del tecnico Max Allegri. C’è spazio anche per estratti della sua adolescenza così come opinioni sul tema razzismo e sui calciatori nel mondo del pallone moderno.


BULLISMO

“Problemi economici, gang giovanili, spaccio, violenze sessuali. Come faccio a essere sempre positivo? Perché non ho mai cercato scuse. Mia madre mi ha educato così. Credo in Dio. Credo nell’energia positiva. Per questo I love this game”.


I PRIMI PASSI NEL CALCIO E L’IMPORTANZA DEL LAVORO

“Il talento, anche se hai la classe di Messi o Ronaldo, per un calciatore conta solo il 20%. Il 30% è etica del lavoro. Il 50% forza mentale. Io vengo dalla strada. Ciò mi ha fortificato e non mi ha fatto mai soffrire alcuna pressione. Oggi, invece, le nuove generazioni pensano più alla fama e ai soldi, hanno tutto e subito. Quando a Marsala ebbi una tuta ufficiale, mi sentii in paradiso. Oggi invece, se un calciatore ha un problema, si lamenta con l’agente. Ma li capisco: hanno un’esposizione sui social pazzesca”.


IL RAZZISMO

“Non nasciamo razzisti. È un problema di istruzione, sociale. Il calcio lancia molti messaggi, ma non è abbastanza. Contro la Superlega, migliaia di tifosi sono scesi in strada, riuscendo a fermarla. Sarebbe bello se tutto questo si facesse contro il razzismo. I social media possono maggiore filtro. Infine, fino a quando non si comminano forti multe ai razzisti, non cambierà mai nulla”.


IL TECNICO ALLEGRI

“Allegri ti ammazza di lavoro, ma è furbo perché te lo impone con il sorriso. Come ho detto ad Agnelli, Allegri non sarebbe mai dovuto andar via nel 2019. Per la passione e l’amore che nutre per la Juve, nonostante l’odio iniziale di molti tifosi. Allegri è un vero “gobbo”. Poi certo, tornare non è mai facile. Gli ho detto: “Devi riadattarti anche tu, soprattutto ai giocatori più giovani. Non essere troppo duro con loro”​.


LA STORIA CON LA JUVE E LA FINALE PERSA NEL 2015

“In Italia ci si allena troppo. Se si trovasse l’equilibrio giusto, le squadre italiane potrebbero vincere già spesso la Champions. Invece, si spinge tutto all’estremo. Per me è un segno di insicurezza. Il mio primo anno alla Juve, perdemmo la Champions in finale. Sono convinto che quella coppa avremmo potuto vincerla se non fossimo arrivati così sfiniti, fisicamente e mentalmente. Una volta dissi: “Ragazzi, in campo ci siete sempre andati voi, non Conte. La Juve è un’istituzione. Sveglia!”. Buffon, Chiellini e Barzagli rimasero scioccati: si resero conto di quanto amassi la Juventus”.


RONALDO E L’ADDIO AI BIANCONERI

“Cristiano ha bisogno di amore e rispetto. Invece, alla Juve stava diventando il capro espiatorio. Le critiche in Italia a Ronaldo sono state ridicole e un po’ ipocrite. Un altro errore è stato quando Allegri ha detto in conferenza: “Cristiano non giocherà tutte le partite”. Non c’è bisogno di dire certe cose in pubblico. In ogni caso, l’unico vero amore di Cristiano è il Manchester United. Perché a Manchester nessuno si permetterebbe di criticarlo. La Juve avrebbe dovuto capire che Cristiano esige amore e rispetto. Quando li riceve, Cristiano dà la vita per te”.


I GIOVANI NEL CALCIO DI OGGI

“Oggi in molti giovani mancano carattere, personalità, creatività. Inoltre, in generale, vengono sempre più trattati come robot, anche nei passaggi. Nel calcio moderno, un Ronaldinho che fa di testa sua sarebbe un problema”. Ha un fiuto incredibile. Più di Ferguson. Allegri sa sempre come andrà una partita prima che cominci”.