FIFA: cambia la norma sulla doppia nazionalità

La doppia nazionalità è una questione su cui la FIFA ha più volte messo mano, allo scopo di garantire maggiore equilibrio nelle selezioni nazionali. Fino al 2004 per giocare in una Nazionale era necessario semplicemente avere il passaporto di quel Paese. È questa la regola che permise a José Altafini di giocare i Mondiali del ’58 con il Brasile e i Mondiali del ’62 con l’Italia.

La regola del 2004: i legami di sangue e il vincolo di scelta

Dal 2004 la FIFA ha introdotto limiti più severi per la doppia nazionalità, per frenare le “naturalizzazioni facili” in Paesi in cui la nazionalità si otteneva anche senza alcun legame. Nelle loro selezioni nazionali spesso figuravano calciatori sudamericani naturalizzati pur non avendo parenti nati lì o una permanenza di lungo corso nel Paese. La normativa attuata dal 2004 regolava questo aspetto ponendo dei fondati legami di sangue per il cambio di nazionalità: il calciatore o i suoi i genitori/nonni biologici dovevano essere nati nel territorio del Paese desiderato. In alternativa, si poteva adottare una nazionalità diversa se il calciatore aveva vissuto continuativamente nel territorio del Paese per almeno due anni dopo il compimento del diciottesimo anno di età. Nel 2008 questa regola è stata inasprita portando i due anni a cinque.

Un’altra problematica affrontata nel 2004 era il frequente cambio di casacca per i calciatori con doppia nazionalità che giocavano prima con una Nazionale e poi con un’altra. Con la nuova normativa si sanciva che un calciatore che avesse avuto almeno una presenza con una nazionale, non avrebbe potuto giocare con un’altra. Il vincolo della scelta iniziale era derogabile se il cambio di Nazionale avveniva entro il ventunesimo anno di età. Nel 2009 è stato rimosso il limite di età per chi ha giocato nelle giovanili, consentendo così la scelta di una diversa Nazionale maggiore.

Thiago Motta, Emerson Palmieri, Amin Harit

Questo emendamento della normativa ha permesso a diversi giocatori di cambiare Nazionale maggiore rispetto alle selezioni giovanili. Esempi noti a noi italiani sono Thiago Motta ed Emerson Palmieri, che hanno potuto indossare la maglia azzurra pur essendo brasiliani di nascita. Un altro calciatore che ha potuto beneficiare di questa regola è Amine Harit, centrocampista dello Schalke04 francese di nascita e naturalizzato marocchino.

Munir El Haddadi e Bojan Krkić

Un calciatore a cui la normativa FIFA sulla doppia nazionalità non ha sorriso è Munir El Haddadi, attaccante 25enne del Siviglia. Spagnolo di nascita con origini marocchine, nel 2014 era in forza al Barcellona quando Vicente del Bosque lo ha convocato con le Furie Rosse. La Spagna giocava contro la Macedonia nelle qualificazioni a Euro 2016 e lui, appena 19enne, ha calcato il campo per 13 minuti. Quella è stata l’unica volta che ha vestito la maglia della Nazionale spagnola.

Nel 2017 la Federazione Marocchina gli ha comunicato la volontà di inserirlo nei partenti per i Mondiali di Russia 2018, avendo lui doppia nazionalità. Dopo un iniziale rifiuto da parte della FIFA, nel giugno 2017 gli è stata accordata una deroga ed è stato, così, convocabile con la Nazionale marocchina nonostante avesse una comparsa in maglia Roja.

Un altro caso risale all’anno precedente, il 2016, quando la Nazionale serba voleva reclutare Bojan Krkić, al tempo attaccante dello Stoke City. Krkić, spagnolo di nascita, aveva disputato già 25 minuti con la selezione iberica, nel 2008 per le qualificazioni ai Mondiali 2010. Anche in questa situazione la doppia nazionalità cozzava contro i criteri FIFA.

La nuova normativa

Per non impedire un fiorente sviluppo della carriera di un calciatore, la FIFA ha modificato la regolarizzazione della doppia nazionalità. Ieri, scrive El País, il Congresso della FIFA ha approvato la bozza della nuova normativa. Si prevede che un calciatore può richiedere un cambio di Nazionale anche se ha già giocato una partita ufficiale in un’altra Nazionale maggiore se:

  • al momento della sua prima partita ufficiale con la Nazionale maggiore di appartenenza possedeva già la nazionalità desiderata;
  • al momento della sua ultima partita ufficiale con la Nazionale maggiore di appartenenza non aveva ancora compiuto 21 anni;
  • ha giocato al massimo tre partite con la Nazionale maggiore di appartenenza, tra ufficiali e non ufficiali;
  • sono trascorsi meno di tre anni dalla sua ultima partita con la Nazionale maggiore di appartenenza, tanto ufficiali quanto non ufficiali;
  • non ha mai partecipato a una gara con la Nazionale maggiore di appartenenza nelle fasi finali di una competizione FIFA o di un torneo confederato (esempio, gli Europei).