FIFA, Infantino: “Il tempo effettivo va studiato, dobbiamo essere innovativi”

Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha parlato ai microfoni di Radio anch’io Sport delle prossime regole che verranno studiate per il calcio. Il numero uno della Federcalcio internazionale si è espresso su diversi aspetti, fra cui il tempo effettivo di gioco e la mentalità innovativa che il calcio dovrebbe e dovrà avere avere. Ecco le sue parole, riportate da Onefootball:

Sul tempo di gioco effettivo
“Il tempo effettivo va studiato. Non ho taboo. Appena c’è un piccolo fallo, se la squadra vince, il giocatore resta per terra come se l’avesse colpito un fulmine, cosa che per esempio non succede nel calcio femminile. Non è possibile che su 90 minuti le gare durino 40 minuti. Non so se è quella la soluzione. Ma io ero contrario anche alla Var all’inizio. Studiamo e capiamo. La regola del fuorigioco per esempio va cambiata dando più vantaggio agli attaccanti”

Sulle possibili innovazioni regolamentari
“Dobbiamo riuscire a trasmettere l’emozione del calcio ai ragazzi. Oggi il nemico sono le attività che i giovani fanno al di fuori del calcio. Dobbiamo essere innovativi con competizioni e regole, senza distruggerlo. Utilizzando per esempio la Var col buonsenso, con aspetto umano e emotivo. Dobbiamo invogliare i bambini a mettere da parte i telefoni e andare in strada a giocare”.

Su Paolo Rossi
“Olimpico intitolato a Paolo Rossi? Non esiste essere contrari a Pablito, tutti gli italiani e mi ci metto anche io come italiano all’estero, dobbiamo sostenere questa idea e questo progetto, nessuno ha avuto un impatto così positivo come Rossi su tutta una generazione di italiani, ha dimostrato che l’impossibile può diventare possibile. Avevo 12 anni, mi ricordo benissimo quel Mondiale del 1982 che ha rappresentato qualcosa di eccezionale e che ha permesso a noi italiani all’estero di essere guardati in maniera diversa. Per me intitolare lo stadio principale d’Italia a Rossi è un qualcosa che va fatta in fretta e mi complimento con il Parlamento o con chi porta avanti questa iniziativa, i giovani devono ricordare la storia di Pablito”.