In Italia si produce il 12% del Pil del calcio mondiale

FIGC

(Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

È il calcio la terza industria del Paese? Secondo gli ultimi dati sembrerebbe di sì. Il dato emerge dal 5° bilancio integrato che la Figc ha sviluppato con la consulenza di PwC. Il calcio può anche essere considerato un valore aggiunto per lo sport. 4,6 milioni di praticanti, 1,4 milioni tesserati Figc (il 24% del totale delle 44 Federazioni del Coni), oltre 570 mila partite all’anno (una ogni 55 minuti), delle quali il 99% dilettantistiche e giovanili. Nel bilancio Figc si sottolineano anche i «risultati 2019, l’efficienza organizzativa alimentata nell’ultimo anno anche dal processo di internalizzazione della strategia commerciale, lo sviluppo delle Nazionali, il potenziamento dell’attività giovanile, la crescita del movimento femminile e della dimensione internazionale».

Il calcio, secondo i numeri, è il principale sport italiano. Confermandosi un vero e proprio asset strategico in grado di favorire lo sviluppo dell’intero sistema Paese, a livello sportivo, economico e sociale. Il fatturato diretto generato dal settore calcio è intorno ai 5 miliardi: il 12% del Pil del calcio mondiale viene prodotto in Italia. Un sistema che continua inoltre a rappresentare il principale contributore a livello fiscale e previdenziale del sistema sportivo, con quasi 1,3 miliardi generati solo dal calcio professionistico e un’incidenza del 71,5% rispetto al gettito fiscale complessivo generato dal comparto sportivo.