Fiorentina, Italiano: “La Juve non muore mai. Vlahovic? Ci mette l’anima”

Domani sera alle 18, all’Allianz Stadium di Torino, la Juventus sfiderà la Fiorentina nel match valido per la dodicesima giornata di Serie A. Proprio in vista della sfida il tecnico viola, Vincenzo Italiano, è intervenuto in conferenza stampa.

“La Juve è una squadra che non muore mai, che ha ritrovato energie mentali dopo la vittoria in Champions e con qualità. Noi dovremo dare tutti qualcosa in più, anche perché poi c’è la sosta e quindi dobbiamo spendere tutte le energie a disposizione”.

Inizia così la conferenza stampa di Italiano che ha poi proseguito parlando della Serie A.

“Sono felice del bilancio personale delle prime 50 partite in A. Un campionato difficilissimo, tattico, con grandi tecnici preparati e squadre complete. Ora voglio crescere ancora, e ovviamente ottenere i risultati. Sono gioie indescrivibili e soddisfazioni le vittorie. So quanto ci tenga la piazza a fare risultato contro la Juve. E’ un’esame importante, ma sono 12 giornate appena, e quindi servirà anche per capire a che punto siamo. Siamo pronti, daremo il massimo e vedremo il verdetto del campo”.

La domanda successiva è stata poi su Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus.

“Non so come si presenterà la Juve. Penso che abbia davanti tante ‘frecce’ con giocatori pericolosi e di qualità. Nel momento in cui un allenatore riempie la squadra di qualità vuol dire che vuol vincere e indirizzare la partita. Dobbiamo avere la mentalità che avete visto anche nelle altre partite. Noi dobbiamo pensare di andare lì a fare quello che abbiamo preparato durante la settimana. Mi auguro di uscire dallo Stadium con indicazioni positive”.

Sulla partita di domani.

“L’unica cosa che mi è stata chiesta a livello di tifoseria e che prima ancora del calcio d’inizio con lo Spezia la gente mi ricordava che c’era la gara con la Juve la settimana seguente. E’ una partita importante, ma anche una gara che in questo momento con tre punti a disposizione è un test che serve a maturare. Tante squadre cercano ancora l’identità giusta, noi dobbiamo migliorare e crescere e tutto passa anche dai risultati”.

Italiano ha poi parlato anche su tre suoi calciatori: Nico Gonzalez, Dusan Vlahovic e Riccardo Sottil.

“Non avremo ancora Nico a disposizione. Per quanto riguarda la gara dello scorso anno me la ricordo bene. La viola ha sfruttato anche il vantaggio dell’uomo in più con qualità e intelligenza.

Vlahovic? Parliamo di un ragazzo che in undici partite ha fatto otto goal e in alcune partite non siamo riusciti neanche a servirlo bene e a sfruttare tutto il suo potenziale. Il ragazzo si è sempre impegnato, mette l’anima e gioca anche per la squadra. Penso che un attaccante che arriva da una tripletta sia un attaccante che a livello di autostima e fiducia arriva al massimo. Il suo entusiasmo per me e per tutti noi è qualcosa che ci da fiducia. Le voci sul suo futuro ora non ci riguardano e il ragazzo è concentrato sul campo. 

Sottil ha qualità uniche: spunto, cambio di passo, tecnica. Però deve essere più presente in area, crescere sotto il punto di vista della concretezza. Ne ho visti tanti di esterni di attacco che poi attraverso il lavoro diventano sempre più attaccanti. Riccardo poteva mettere qualche assist in più e qualche goal. Deve essere più esigente con sé stesso. Può essere uomo squadra e uno che può indirizzare le partite con le sue giocate. E’ giovanissimo e ha tutto il tempo per migliorare in questi fondamentali”.

Il tecnico ha poi risposto ad una domanda su Antonio Conte e sul fatto che sia stato accostato a lui.

“Essere accostato ad un allenatore come Conte mi fa solo piacere. Se lo dicono i calciatori mi fa ancora più piacere. Perché i calciatori sono sempre sinceri. A livello personale cerco soprattutto di capire se dalle sconfitte puoi cogliere indicazioni per migliorare. Ma soprattutto cerco di non perdere. Le sconfitte evitabili, scusate il gioco di parole, vanno evitate”.

La conferenza si è poi conclusa parlando dell’allenamento della Fiorentina.

“In allenamento per un motivo o un altro ci sono spesso esercitazioni e partitelle ma non puoi mai riprodurre quello che succede in partita. In gara devi percepire il ‘pericolo’ di un errore, restare concentrati e mantenere il giusto atteggiamento. Ti puoi preparare al meglio, simulando le difficoltà e le caratteristiche dell’avversario, ma in partita devi essere super”.