Serie A

Fiorentina, Kouame svela: “In estate potevo andarmene ma poi…”

Christian Kouame, attaccante della Fiorentina, ha rilasciato una lunga intervista a DAZN. Di seguito le sue dichiarazioni.

Fiorentina, le parole di Kouame

(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

“Quando sono tornato a Firenze non sapevo se sarei rimasto o meno, quindi mi sono adattato al ruolo di esterno senza problemi”.

Cosa è scattato in lei questa estate?
“A Moena non ho giocato le amichevoli, pensavo il mister avesse già le sue idee ed ero un po’ arrabbiato. Le ultime due partite mi ha fatto giocare e il mio agente mi diceva che Italiano parlava bene di me sempre ma ero arrabbiato comunque perché non giocavo, tornati dall’Austria però ho deciso di impegnarmi al massimo per rimanere a Firenze, lo scatto decisivo l’ho avuto dopo la partita con il Napoli quando ho parlato con tutta la dirigenza e mi hanno detto di rimanere qua, sono determinatissimo”.

Chi sono i suoi idoli?
“Messi è il calcio, c’è solo da guardarlo e riempirlo di complimenti, Drogba è il mio idolo fin dalla nascita, Benzema mi piace da sempre perché sa giocare a calcio, oggi fa tutto, è il numero 9 più forte di tutti”

Chi è secondo lei il giocatore più forte in serie A e nella Fiorentina?
“Per me Leao è stato il migliore nella scorsa stagione, ha fatto un campionato straordinario. Per me il miglior giocatore della Fiorentina è Bonaventura, con lui scherzo molto, mi prende in giro spesso dicendo che prima giocava al Milan e ora con Kouame (ride, ndr). Io ho giocato nel settore giovanile dell’Inter, erano tutti molto bravi e con quei giocatori nessuno avrebbe scommesso su di me, non avrei mai pensato di essere arrivato così veloce in Serie A”

Le manca Genova?
“A Genova sono stato benissimo, sono molto fiero di aver vestito quella maglia, io davo me stesso per quei tifosi”

Cosa si ricorda del suo arrivo in Italia?
“Quando sono partito da casa per arrivare in Italia nel 2013 mi ero promesso di firmare almeno un contratto da professionista in 5 anni, e questo sogno si è avverato. Settimana scorsa sono tornato alla Sestese ed ho salutato il presidente e abbiamo scherzato sul passato, mi sono rimasti tutti nel cuore. Mi ricordo benissimo il primo giorno, sono partito dalla Costa D’avorio il 7 Ottobre 2013, andavo all’estero per la prima volta. Ero con altri 3 ragazzi ed eravamo molto spaesati. Non ero abituato al freddo, i primi giorni sono stati tosti, per allenarmi usavo due paia di calzini e 3 di guanti perché gelavo”.

Fiorentina, Kouame parla dei suoi sogni e di Vincenzo Italiano

(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

C’è ancora un sogno che non ha ancora realizzato?
“Ancora sì, ma io sono qua alla Fiorentina, gioco per questo club e devo sempre dare il massimo. Sogno di vincere la Coppa d’Africa con la Costa d’Avorio. Nel 2015 nel Sassuolo Primavera c’era con me Adjapong, giocammo la finale Costa d’Avorio-Ghana. Arrivammo ai rigori, noi ne sbagliammo due. Lui mi prendeva giro dicendo “tanto la vinciamo noi”. Io gli dissi di fare una scommessa “se vinciamo noi, esco fuori in mutande con la neve”. Vincemmo noi!..”.

Qual è il giocatore più divertente nello spogliatoio?
“Bonaventura è il numero uno, fa ridere, fa rimanere a bocca aperta”.

Siete anche compagni di stanza?
“No, ora siamo soli. Quando abbiamo fatto la trasferta a Istanbul lo abbiamo convinto a comprare la Nintendo Switch”.

Qual è la squadra che lei prende alla Play?
“Io faccio Ultimate Team, spero sempre di fare una squadra forte, ho avuto per tre partite Mbappé. Ma mi vanno bene tutti, basta siano forti”.

Qual è il tridente dei suoi sogni insieme a lei?
“Io non mi ci metto, invece metto Mbappé, Benzema e Dembélé”.

Qual è la sua dote calcistica da migliorare?
Sottoporta“.

Un suo pregio in campo?
“L’attacco della profondità, devo continuare a fare quello”.

Quanto conta aver fatto la gavetta?
“Tanto, il primo anno in B non ho praticamente giocato perché dovevo imparare. Ma il secondo anno mi hanno dato fiducia e ho giocato quasi tutte le partite. C’erano giocatori che mi hanno aiutato tutti i giorni. Giocare in B non è una brutta cosa, perché impari il calcio. In Primavera si lottava per lo scudetto, ma non è come giocarsi la retrocessione o la promozione”.

Cos’ha di speciale il Cittadella?
“È una famiglia, tutti si vogliono bene lì. Quando sei giovane e hai la possibilità di andare al Cittadella è una buona scelta. Impari tante cose, non solo nel calcio ma anche nella vita. E’ stata ed è ancora casa mia”.

Dov’è che si sente a casa?
“Ovunque sono passato mi sono sempre trovato bene, quindi sono tutte case mie”.

In Belgio ha anche affrontato De Ketelaere…
“Sappiamo tutti che arrivare dall’estero non è mai semplice, ha bisogno dei suoi tempi e si farà valere perché è davvero forte”.

Quanti polmoni ha? Non smette mai di correre.
“È una delle mie doti, più corro e più mi sento bene, quindi non posso smettere”.

Lei è anche un papà, come è tra le mura di casa?
“In casa comanda una persona sola, mia moglie (ride, ndr). Io prima ero convinto che non fosse così, poi dopo ho capito che è così…”.

Che papà è?
“Tranquillo, mio figlio è l’amore. A volte mi fa innervosire ma va bene così, anche io ho fatto innervosire i miei”.

Gli piace il calcio?
“Sì, ma non l’ho mai costretto. L’anno scorso cantava l’inno dell’Anderlecht, ora appena vede lo stemma della Fiorentina dice “c’è papà”.

Perché i suoi compagni la chiamano “Kanu” nello spogliatoio?
“È partito tutto da Bonaventura, visto che avevo le treccine ha guardato la foto di un ex giocatore che si chiamava Nwankwo Kanu! Anche il mister ha iniziato a chiamarmi così (ride, ndr)”.

Lei fa il Fantacalcio?
“Io no, però altri sì. Ad esempio Milenkovic, che si arrabbia sempre perché ogni giorno deve fare degli scambi, poi anche e soprattutto i fisioterapisti. A me hanno preso Cerofolini e i team manager, penso a 1”.

Sabato segnerà contro l’Inter?
“Ci proverò! Ora però mi devo allenare, sennò il mister si incazza!”.

Come mai tutti parlano di Italiano?
“Lo scorso anno l’ho visto poco perché sono andato via, però quest’anno mi sono accorto che ti trasmette la sua voglia di strafare, si impegna tanto. Per quello lo vedete sempre incazzato, se la prende con tutti. E’ uno molto positivo. Ha una visione di calcio che non tanti hanno”.

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Published by
Alberto Petrosilli