Fiorentina, la vittoria della svolta?

Juventus-Fiorentina

(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

La Fiorentina chiude nel migliore dei modi, con un colpo di coda magistrale, un anno turbolento. Dentro e fuori dal campo. In panchina si sono avvicendati tre allenatori, ma per ora il salto di qualità non è arrivato. Commisso, dagli Stati Uniti, negli ultimi tempi ha pensato più allo stadio che alla squadra. E questo, inevitabilmente, si riflette anche sulle vicende di campo. La Viola ha fatto fatica, fino a ieri, a dare sostanza alle teorie del suo nuovo allenatore, Prandelli. Chiamato a rinverdire i fati di una squadra noiosa, arresasi al gioco conservativo di Iachini. Ma anche ricca di talento, per quanto assemblato un po’ per caso.

Fino a ieri sera, quando la Viola ha fatto un sol boccone dalla Juventus a domicilio, in tanti erano pronti a mettere in discussione persino l’ultimo arrivato. In effetti, la media punti di Prandelli è persino più bassa di quella del suo predecessore. Ma nella serata dell’Allianz Stadium qualcosa è cambiato. Innanzitutto in termini di entusiasmo, perché ci sono vittorie, in una stagione in grado di dare la svolta. E la sfida ai bianconeri, per la Fiorentina, è sempre la più sentita, anche senza i suoi tifosi, anche senza i cori e gli sfottò, almeno allo stadio.

Di fronte, un avversario meno ostico del previsto, scosso nel pomeriggio dalla sentenza del Coni, e bruciato dopo 3 minuti dalla rete di Vlahovic. L’espulsione di Cuadrado, al 18′ ha dato il colpo di grazia alla squadra di Pirlo, ma la Fiorentina ha avuto tanti meriti. Prima di tutto quello di aver stretto le maglie nel settore centrale, dove i bianconeri non hanno mai trovato spazi. Anche lo sfogo sulle fasce non ha creato granché, perché il trio di difesa ha saputo dare prova, finalmente, di solidità.

A dare sostanza alla prestazione, però, è soprattutto il ritmo del gioco offensivo, forse mai così fluido dall’inizio della stagione. Nulla di eccezionale, ma in ripartenza la Fiorentina ha dimostrato di avere qualità infinitamente superiori alla posizione che occupa in classifica. Certo, non bastano i soli Ribéry e Vlahovic, ma a centrocampo i piedi educati si sprecano, Callejòn è ancora tutto da scoprire, e il mercato qualcosa regalerà. Non è ancora ben chiaro cosa, di sicuro una punta, forse un altro esterno alto.

Il 3-5-2 messo in campo ieri, però, sembra congeniale alla rosa attuale. E il numero 9 serbo, classe 2000, se non una prima scelta certo non merita di ammuffire in panchina. Insomma, quella contro la Juve potrebbe sì essere la vittoria che cambia una stagione, ma anche quella capace di restituire qualche certezza ad una squadra e ad una rosa che, in fin dei conti, non è poi così male. Di certo, non è una squadra da lotta salvezza, e non è ancora da Europa, e allora che pensi a divertirsi e gettare le basi per la prossima stagione.