Fonseca: “Dato tutto per la Roma, auguro a Mourinho un grande successo”

Fonseca

Photo LaPresse - Tanopress

Paulo Fonseca, in un’intervista riasciata a Sky Sport, ha raccontato i due anni vissuti da allenatore della Roma. Il tecnico portoghese ha dovuto lasciare la guida tecnica dei giallorossi per far spazio a José Mourinho. Solo parole d’amore verso questa squadra, che è riuscito a portare in semifinale di Europa League.

L’intervista a Fonseca

L’addio alla Roma “Sono sereno e tranquillo. Ho dato sempre tutto per la Roma, è stata sempre più grande di Fonseca e dei giocatori. Ho anche creato un grande rapporto con le persone che hanno lavorato con me. Il primo anno abbiamo fatto una stagione molto positiva, sono entrati tanti giocatori nuovi e anche un direttore sportivo che poi ha lasciato il club. Petrachi ha fatto un grande lavoro, è un grande professionista e io ho imparato molto da lui. La seconda stagione fino a marzo siamo stati sempre dentro i primi quattro della classifica. Poi abbiamo avuto problemi nella squadra, non è stato facile gestire i tanti infortuni. Nella semifinale avevamo fuori tredici giocatori. Non sono scuse, anche altri club hanno avuto infortuni”. 

Capitolo Dzeko – “Tutte le squadre hanno problemi. Io e la società abbiamo tolto la fascia a Dzeko, ma poi tra professionisti abbiamo parlato e abbiamo continuato. Non è importante parlare di questo”.

La sua impronta nella Roma – “Qui lascio la consapevolezza di aver fatto tutte le scelte per il bene della Roma. Lascio una squadra con un’identità, che gioca calcio offensivo. Lascio qui una squadra con molti giovani per il futuro”.

Il futuro – “Ho avuto contatti con la Fiorentina, ma adesso non è importante parlarne. La Fiorentina ha un grandissimo allenatore. Italia o estero? Mi piace il calcio italiano e vivere qui. Voi avete un modo di vivere simile a quello dei portoghesi. Dovrò scegliere con calma e con criterio. Adesso voglio andare in vacanza con la famiglia, perché questi due anni col Covid sono stati difficili”.

La comunicazione dell’addio “Con l’ingresso della nuova società era facile capire che poteva succedere. È stato un processo normale. Poi è arrivato Tiago Pinto, abbiamo parlato molto direttamente. È stato facile che questo ciclo era finito”.

La fiducia – “Non era importante in questo aspetto. Con l’addio di Petrachi sono rimasto solo a dirigere la squadra, è stato un momento difficile”. 

Dall’errore di Diawara al sesto cambio – “Non sono dipesi da me. Sono errori che non devono capitare”. 

L’avvento di Mourinho – “Ci siamo scambiati qualche messaggio. Ha avuto parole oneste con me. E’ un grande allenatore e gli auguro un grande successo”.