Giampiero Galeazzi, una vita per lo sport. Una voce nel cuore dell’Italia
Questo 12 novembre 2021, malauguratamente, passerà alla storia come la triste data in cui, l’Italia, ha perso Giampiero Galeazzi. Il mondo del giornalismo sportivo lo piange ma, l’icona di Galeazzi, è diventata immensa ed incrollabile nell’immaginario di un’intera collettività, al di là della passione per lo sport. Giampiero Galeazzi porta con sé la cultura di un’epoca che, in un modo o nell’altro, ha coinvolto la vita di tutti noi. Non dimenticheremo la sua voce, il suo carattere divertente, la sua imponente stazza, fisica e professionale. Giampiero Galeazzi sarà sempre il custode di un santuario in cui è racchiusa l’essenza stessa dell’Italia, di un profilo giornalistico che è scuola per la categoria; il testimone dei momenti che ci hanno segnato, con il sorriso di un’immensa gioia, o con le lacrime di una delusione.
Si parli del ‘Bisteccone’, l’interlocutore risponderà senza esitazione: Giampiero Galeazzi. Quella voce ferma, sicura, emozionante e al tempo stesso ironica, che ha saputo far battere forte il cuore degli italiani. Come dimenticare Seul 1988, l’impresa dei fratelli Abbagnale che conquistarono l’oro olimpico. Rossi e Bonomi a Sidney 2000. C’era Galeazzi nel 1982, quando l’Italia mundial conquistò la sua terza Coppa del Mondo. “Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!” Lo hanno urlato tutti gli italiani, ma urlato dal Bisteccone aveva un suono diverso, trionfale, felice, spensierato. Quella frase iconica, ripetuta insieme a Gennaro Gattuso quando arrivò il quarto trionfo nel 2006.
C’era Galeazzi quando, Napoli, conquistò il tricolore spinto dal genio di un altro immortale come Diego Armando Maradona: l’umiltà di un professionista che, nell’esaltazione generale a suon di canti e champagne, raccoglieva le testimonianze di un successo. C’era Galeazzi il 14 maggio 2000, il giorno dello storico scudetto della Lazio, la squadra del suo cuore. C’era Galeazzi nel cuore dei piccini dei primi anni 2000, nella voce del cattivo Mr Swachammer dell’immortale Space Jam, dove appariva anche un’altra voce storica, quella di Sandro Ciotti. Una carriera giornalistica infinita, che fa seguito ai successi da sportivo nel canottaggio: la vittoria nel campionato italiano del 1967, il successo in doppio nel 1968, affiancato da Giuliano Spingardi.
Giampiero Galeazzi ha cambiato la storia di questo mestiere. Ha lasciato un’impronta unica ed è entrato nel cuore degli italiani, di tutti gli italiani. Galeazzi è entrato nelle nostre case, aveva una poltrona riservata. Quella che si lascia ad un caro amico, al compagnone con cui ridi e tutto scorre con leggerezza, tra una battuta ed una serata di sport. C’era Galeazzi e ci sarà sempre. Grazie di tutto Giampiero. Grazie Bisteccone.