Gianluca Vialli: il valore del tempo

gianluca vialli

(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

“Quanti di noi si accorgono che passa il tempo?”
Questa è una delle frasi più struggenti di uno dei migliori parolieri a noi contemporanei, quel Niccolò Fabi che nel suo Al di fuori dell’amore, ragiona semplicemente sulla vita.
Gianluca Vialli se n’è andato stamattina, ha lasciato questo mondo, per come lo conosciamo noi, all’età di 58 anni a causa di un tumore al pancreas.
Gianluca Vialli è una di quelle persone, rare a vedersi, che si è accorto dello scorrere del tempo. Una delle sue ultime frasi, che a rileggerla adesso mette ancora di più i brividi è stata: “Ho una scadenza. Adesso so con certezza che non morirò di vecchiaia”.
Alla fine, Gianluca, non è morto di vecchiaia.
Se n’è andato nel pieno della sua terza vita, dopo quella di calciatore e di commentatore televisivo, lasciandoci un grande insegnamento: dovremmo dare tutti più valore al tempo che abbiamo a disposizione. Un susseguirsi di attimi, di momenti, di ore e di giorni che però hanno una data di scadenza. E Vialli lo sapeva bene. Così bene da provare a ritagliarsi attimi di eterno mentre il tempo a suo disposizione stava per terminare. Come quella sera a Wembley con la nostra Nazionale Campione d’Europa stretto in un abbraccio pieno di lacrime con l’amico fraterno Roberto Mancini. Piangere senza vergognarsi, in mondo visione. Perché Gianluca Vialli ha affrontato la malattia senza vergogna. È stato l’anti eroe, è venuto meno alla retorica del combattente: “Se mi mettessi a fare una battaglia con la malattia, ne uscirei distrutto”.
L’ex giocatore di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea ha affrontato il male che lo ha colpito con dignità. Con la testa alta, cercando semplicemente di vivere il più possibile, senza sprecare mai il tempo che gli restava.
Gianluca Vialli ha provato, a modo suo, a spiegare a tutti che le cose finiscono. Semplicemente.
Come una partita di calcio.
Come un programma in televisione.
Come la vita nel giorno dell’Epifania.
Perché, anche se fa male, è normale che sia così.