Hamsik non dimentica il suo Napoli: “Continuo a seguirlo”

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(Photo by OZAN KOSE/AFP via Getty Images)

Marek Hamsik ha indissolubilmente il suo nome al Napoli. 12 anni con la maglia azzurra addosso, 5 da capitano, recordman di presenze e primo calciatore capace di superare il primato di reti di Diego Armando Maradona – poi migliorato da Mertens e Insigne. Ora lo slovacco gioca in Turchia, al Trabzonspor – fresco vincitore del campionato turco -, dove però non ha smesso di pensare al suo Napoli. E nella trasmissione Super Tele di DAZN, l’ex numero 17 ha riservato parole al miele.

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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Hamsik sul Napoli: “il centrocampo è equilibratissimo”

Come detto, i numeri di Hamsik non permettono allo slovacco di separarsi dal suo passato. Anzi, nonostante la lontananza e nonostante la carriera del giocatore ora 35enne sia proseguita – prima di giungere in Turchia esperienze in Cina e Svezia -, l’amore resta. E lo confessa proprio lui su DAZN: “Non ho mai smesso di seguire il Napoli“. E sulla squadra osserva: ” Quest’anno e l’anno scorso, sono partiti fortissimi, ma li vedo più convinti dell’anno scorso”.

Da centrocampista, Hamsik punta i riflettori sul reparto mediano: “Un centrocampo equilibratissimo. C’è Lobotka che smista palloni, gioca semplice, Zielinski fa giocate importanti e Anguissa si inserisce”. Con un paragone illustre: “Molto equilibrato, simile al mio con Allan e Jorginho”.

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(Photo by TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

“Kvaratskhelia è incredibile”

Ovviamente, Hamsik non può non soffermarsi su colui che si è preso la scena in questo inizio di stagione, ovvero Khvicha Kvaratskhelia: “Una sorpresa incredibile, qualcuno lo conosceva. Io non tantissimo, sta facendo delle cose fuori dal comune”.

Poi, un ricordo dei tempi napoletani: “Sono stato il primo a battere il record di gol di Maradona, un onore ricevere un messaggio da lui. Cose bellissime”. Anche se c’è un rimpianto nella sua carriera partenopea: “Non aver vinto il campionato. Per tre volte secondi, un anno vicinissimi. Rimpianto, sì, ma ci sta non vincerlo”.