Higuain, le rivelazioni: “Durante la pandemia ho pensato di smettere”

(Photo by Michael Reaves/Getty Images)

Intervista dall’alto carico emotivo quella che Gonzalo Higuain ha rilasciato ia microfoni di ESPN. Il Pipita ha parlato del suo ritorno in Argentina e della pandemia vissuta in casa con la madre.

PANDEMIA – “Sono andato in Argentina e le ho detto (alla madre ndr) che fino a quando non fosse guarita, non avrei più giocato a calcio. Ho combattuto per lei. Mi ha risposto che sarebbe morta prima perché non mi avrebbe permesso di lasciare qualcosa che amavo, per lei. Così ho continuato a giocare per lei. Stavo per lasciare il calcio. Quando sono tornato in Argentina nella pandemia non volevo tornare alla Juventus perché mi sembrava un’aberrazione che continuassero a giocare con il numero di morti che ci sono stati. Nel calcio, al di là di ciò che si muove, se ne fregano della vita delle persone. Hanno continuato a giocare per tenere occupata la testa di chi era rinchiuso in casa loro. Non volevo tornare indietro e ho ricevuto molte critiche per aver detto quello che sentivo”.

CALCIO MODERNO – “Amo il calcio e lo amerò sempre. Mi sono divertito e ho sofferto. Ultimamente mi piace sempre meno vederlo. L’altro giorno ho finito per guardare il PSG-Manchester City al telefono perché mia figlia voleva vedere i cartoni in televisione, ha cambiato l’ordine delle priorità. Mi piace sempre meno perché quando si dice che tanti talenti non escono in Argentina e nel mondo è perché la tecnologia, gli spazi ridotti e le giocate a due tocchi hanno tolto il palleggio e l’uno contro uno. L’obbligo di giocare due tocchi porta il giocatore a giocare così perché altrimenti l’allenatore si lamenterà. Le cose sono perse. È tutto così verticale e giocando a due tocchi che si vedono meno dribblatori”.

A MIAMI – “Sto vivendo uno dei momenti più belli della mia vita a livello emotivo e personale. Godendo della crescita di mia figlia, dello stare con mia moglie. Dopo un anno così difficile che ho passato con mia madre, avere quella tranquillità è stato qualcosa di meraviglioso. Godere di una città meravigliosa, sicurezza, vai a prendere un gelato con mia figlia. Vivi quei momenti che prima, con la pressione e l’esposizione, non si potevano vivere. Il calcio è una giungla in cui tutti devono guardarsi il culo. La mia testa è proiettata a rispettare il contratto con l’Inter Miami, non c’è possibilità che io torni nella bolla di pressione e non possa uscire. No, non c’è possibilità. Sono molto calmo con me stesso e quando uno è in pace con sé stesso, fa bene agli altri. Amare è dare, non ricevere. Sto dando tutto perché la mia famiglia sia felice e non possa sopportare ciò che ha già sopportato per tanti anni. Vedo mio padre, i miei fratelli, mia moglie e mia figlia felici, perché dovrei cambiarlo?”