I giorni dell’anima: Emiliano Martinez

Emiliano Martinez

(Photo by Buda Mendes/Getty Images)

Nella vita delle persone ci sono giorni che si assomigliano tremendamente uno all’altro. Persi nelle nostre vite, tra le cose quotidiane che la società in cui viviamo richiede con frequenza giornaliera. Lavoro, famiglia, amici, passioni, sport, un aggrovigliarsi continuo di attimi che spesso, quasi sempre, faremo fatica a ricordare poi. A distinguere il giorno, l’anno, il momento preciso. Da ieri pomeriggio, invece, Emiliano “Dibu” Martinez non appartiene più a questa ampia cerchia di persone.

Emiliano “Dibu” Martinez sarà per sempre il portiere che con una sua parata al 120′ e oltre della Finale dei Campionati del Mondo di Qatar 2022 ha consegnato all’Argentina la possibilità di andare ai calci di rigore e poi di alzare al cielo la Coppa. Un trofeo che dalle parti di Buenos Aires mancava dal lontano 1986. Un fluire di sentimenti ed emozioni che in quella parte del mondo che è il sud del mondo, ha una portata quasi mistica da sempre affascinante, almeno secondo chi vi scrive.

Emiliano “Dibu” Martinez ha fissato il suo tempo in eterno su quell’uscita a “croce” e su quel piede che respinge il pallone calciato da Kolo Muani. Una parata semplicemente sensazionale. Straordinaria se si pensa all’importanza dell’evento e del momento della partita. Paragonabile, forse, in parte, a quella di Gianluigi Buffon sul colpo di testa di Zinedine Zidane nella finale dei Campionati del Mondo di Germania 2006.

Quella del portiere dell’Argentina, da molti è già stata definita la parata più importante della storia dei Mondiali. Non ci sentiamo in disaccordo con questa afferamazione.

Emiliano Martinez è stato poi premiato come miglior portiere della competizione. Un suo gesto al momento della premiazione ha fatto discutere ed è giusto prenderne le distanze. Ma quello che ha fatto in campo no. Su quello non c’è discussione. Perché come disse un certo Diego Armando Maradona, in uno dei discorsi più belli che la storia del calcio ricordi, nel giorno del suo addio al calcio davanti ad una Bombonera in lacrime: “La pelota no se mancha”. La palla non si sporca.

No, non si sporca. E ieri Emiliano “Dibu” Martinez ha vissuto uno di quei rari giorni dell’anima, donando felicità ad un popolo intero.