Iachini saluta la Fiorentina: “Resterò per sempre simpatizzante di questa squadra”

Iachini

Photo Michele Nucci/LaPresse

Giuseppe Iachini: missione compiuta con la Fiorentina, ma adesso è tempo dei saluti. Tornato sulla panchina viola il 24 marzo per sostituire Cesare Prandelli, è riuscito a guidare la sua squadra alla salvezza con due giornate di anticipo. Non era di certo facile, per come si erano messe le cose. Adesso, però, il presidente Commisso è alla ricerca di un nuovo allenatore per la prossima stagione. Ma non verrà mai dimenticato il lavoro svolto da Iachini su questa panchina.

Le parole di Iachini in conferenza stampa

Addio Fiorentina. “Voglio salutare tutta la città, la squadra e i tifosi. Ho anche scritto dieci righe di saluti che usciranno presto i social. Ho vissuto un’esperienza bellissima con tante difficoltà, come ad esempio il Covid che tanti lo hanno preso. Mi resterà per sempre la soddisfazione di aver lavorato sulla panchina viola e resterò per sempre simpatizzante di questa squadra”. 

La partita con il Crotone. “Come è giusto che sia mi piacerebbe vedere una squadra che entra in campo per fare una partita importante e organizzata per portare a casa la vittoria. Abbiamo recuperato tanti punti a squadre come Bologna e Udinese. Siamo appena a un punto da loro e questa giornata sfidano squadre impegnative. Ci teniamo a finire bene. Detto questo rispettiamo il Crotone che ha giocatori importanti, tra cui uno dei capocannonieri che è Simy. Ha fatto partite con qualità come contro Inter e Hellas Verona. Mi piacerebbe lasciare spazio a chi ha giocato meno, con il cuore farei giocare tutti. Deciderò negli ultimi allenamenti. Posso dire che non abbiamo a disposizione Pezzella e nemmeno Milenkovic perché dovrà subire un intervento”.

Domani sarà la sua 200esima partita in Serie A. “Sono felice di questo traguardo. Mi auguro di poterlo festeggiare nella giusta maniera”.

Questa società ha la forza di trattenere uno come Vlahovic o convincere Ribery a restare? “Questa società ha la forza e le potenzialità per poter dare continuità a questi tipi di giocatori. Sicuramente la decisione sarà di chi siederà sulla panchina viola il prossimo anno ma dipenderà anche dalla volontà dei giocatori. Per il bene comune mi auguro che possano trovare un accordo”.

Quanti punti secondo lei valeva questa squadra all’inizio del campionato? “È una domanda difficile, non abbiamo la palla di vetro. L’unica cosa che so, perché vale per me e sarebbe valsa per qualsiasi altro allenatore come Montella o Prandelli, è che la continuità di lavoro porta convinzioni e lavorare insieme abbassa la percentuale degli errori. Questo è un dato al quale non si può controbattere guardando anche alle altre squadre tipo l’Atalanta, Lazio o Hellas e Sassuolo. I lavoro sul campo si ritrova e dunque arrivano anche più punti. L’abbiamo visto anche noi l’anno scorso nel finale del campionato. In due mesi siamo migliorati, figuriamoci nella continuità di anni. Sarebbe stato importante e avremmo avuto dei punti in più, quanti però non si può sapere”.

Questa è la squadra più forte che abbia mai allenato? “Ci sono ottimi giocatori ma ho avuto anche altre rose importanti. Commisso? Con lui e la sua famiglia ho avuto un bel rapporto perché è una persona vera. E’ una persona che mette al primo posto la cultura del lavoro. Sono rapporti che porto orgogliosamente con me perché al di là dell’allenatore c’è anche l’uomo”.

Una critica che mi ha dato fastidio? “No, so che faccio un lavoro che va di pari passo con i risultati che uno ottiene. La partita con il Napoli, ad esempio, è stata decisa da due episodi e potevamo anche vincere. Tutte le cose sono state fatte con la condizione di causa. La maglia con scritto “grazie Beppe” ha fatto capire quanta paura e tensione c’era su questa stagione che poteva finire in malo modo”. 

Cutrone e Duncan? “Non potevo più pensare ai giocatori che non c’erano ma a quelli che erano presenti. Non ho avuto neanche la possibilità di poter riflettere su questa cosa anche perché durante il mercato di riparazione io non c’ero”.