“Il calcio mi ha rovinato”, lo sfogo del tecnico è durissimo | Troppe notti senza dormire: non allenerà più

Panchina vuota - foto LAPRESSE - Calcioinpillole.com
Dopo la sua ultima avventura, l’allenatore ha vuotato il sacco: sfogo pesantissimo durante l’intervista e tifosi sotto shock
Fare l’allenatore è probabilmente tra i mestieri più difficili al mondo e sicuramente il più complicato da svolgere nel calcio. Non è per nulla semplice, perché oltre che richiedere eccelse competenze tecniche esige anche l’essere un buon comunicatore e motivatore.
Se i calciatori fossero dei robot sarebbe elementare inserirli in campo e fargli fare ciò che ha in mente ma non è così. Hanno bisogno di essere curati soprattutto dal punto di vista psicologico ed è proprio questo uno dei tanti compiti del mister.
Svolgere questa professione implica dunque esser concentrati ed attivi h24. Bisogna avere un contatto costante con i calciatori così da creare un rapporto di fiducia, che in contesti di competizione e stress ai quali sono sottoposti, cambia radicalmente la situazione.
Spesso però ciò non basta, altrimenti tutti avrebbero successo. E come non lo sono gli atleti, anche chi occupa l’area tecnica e siede in panchina è umano, per cui può rimanere deluso e può esser segnato a vita da un’esperienza avuta in una squadra.
Sfogo durissimo
Una contesto del genere l’ha vissuto uno degli allenatori più chiacchierati dell’ultimo decennio. Ha spiegato durante una recente intervista che è tutt’oggi dispiaciuto ed amareggiato per come si è chiuso il suo ultimo incarico, a tal punto da non dormire più la notte.
Adesso ritiratosi e rifugiatosi nella sua rimessa in Toscana, seppur totalmente immersa nella natura, non riesce a trovare pace. Passano i giorni ma il pensiero va sempre lì, al momento in cui è stato esonerato ed ha visto il suo intero progetto crollare.
Estate da incubo
Il protagonista della vicenda è Luciano Spalletti. Dopo aver conquistato lo Scudetto con il Napoli, portando il club partenopeo sulla vetta d’Italia dopo 33 anni, decise di prendersi un anno sabbatico per decidere cosa fare. A quel punto arrivò la chiamata da sogno, quella della Nazionale Italiana, che dopo pochi mesi è diventata il suo incubo.
A causa dei risultati non eccelsi, il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, lo cacciò. Alla notizia seguì una conferenza surreale, in cui fu il CT stesso ad annunciare il divorzio, un avvenimento che mai dimenticherà: “Non mi passa mai. Mi toglie il sonno, mi condiziona in tutto, perché il pensiero torna sempre lì. Certe volte mi sembra di essere felice, poi però dopo un attimo mi torna in testa quella cosa lì. Non sono riuscito a far capire ai ragazzi che gli volevo bene”.