Il City di Guardiola preso per mano da Raheem Sterling

Non sarà potente e veloce come Mbappé, né tecnico come Neymar, ma nell’Olimpo dei giocatori più forti del mondo, c’è anche Rahhem Sterling. Nato a Kingston, in Giamaica, ma di nazionalità inglese, esploso con il Liverpool, è arrivato al Manchester City nel 2015. diventando, negli anni, sempre più un punto fisso nello scacchiere tattico di Guardiola. Parte come ala sinistra, da dove si crea lo spazio per convergere al centro e inventare, o finalizzare.

Un anno fa chiuse a quota 20 reti, molte di più di quante ne segnerà, a meno di eventi clamorosi, in questa stagione. Eppure, la sensazione è che oggi Sterling sia più centrale che mai nel Manchester City. Con Phil Foden al centro e Mahrez a destra (o Ferran Torres) l’intesa è oliata ed i meccanismi pure. I suoi strappi creano sempre e comunque qualcosa di buono per la squadra, e un centrocampo di palleggiatori e le sinergie sull’out sinistro con Cancelo aiutano a imprimere i ritmi giusti ad ogni match.

Che possa rivelarsi Raheem Sterling la chiave tattica della partita? Può darsi, di certo per Florenzi, che dovrebbe trovarselo di fronte stasera, nell’andata della semifinale tra PSG e City, alle 21 a Parigi, è il peggior cliente possibile. E poco importa che le sue quotazioni, negli ultimi mesi, siano in calo, resta uno degli esterni sinistri più forti al mondo. Potrebbe essere lui a scardinare i meccanismi della difesa di Pochettino, facendo ciò che ama fare: gol.