“Il mio tempo all’Inter è finito”: ne va via un altro | Urgono tanti rinforzi: come è duro il ricambio generazionale

L'Inter e un ricambio generazionale inevitabile - lapresse - calcioinpillole.com
Il nuovo ciclo dell’Inter non inizia sotto la migliore stella. Marotta perplesso. Massiccio ricambio generazionale: urgono tanti rinforzi.
Il Biscione avrebbe cambiato pelle a prescindere dall’esito della finale di Champions League. Ma nessuno si sarebbe aspettato che Simone Inzaghi sarebbe andato ad allenare per davvero in Arabia Saudita, nonostante un altro anno di contratto con l’Inter e un Mondiale per Club all’orizzonte da provare a vincere.
Il problema è che non solo l’Inter ha straperso con il PSG, ma è riuscita a chiudere la stagione con “zero tituli” nonostante in Italia fosse la strafavorita in tutte le competizioni: campionato, coppa Italia e Supercoppa. Così quella di Simone Inzaghi per molti è una fuga dall’Italia dopo una figuraccia senza precedenti.
L’Inter voleva Cesc Fabregas, ma davanti al muro invalicabile eretto dal Como, e dallo stesso spagnolo voglioso di restare in un posto dove è praticamente un manager all’inglese, ha deciso per il cambiamento radicale. Nuovo allenatore, quel Cristian Chivu che avrebbe dovuto sostituire Simone Inzaghi quanto stava per essere esonerato nella stagione conclusasi con la finale di Champions League a Istanbul con il Manchester City.
Nuovo staff tecnico. Giovanni Martusciello vice allenatore, Stefano Rapetti, (storico preparatore atletico del Triplete), e Paolo Orlandoni come preparatori dei portieri. L’ex estremo difensore nerazzurro (terzo portiere proprio nella leggendaria Inter di Mourinho) lavorerà fianco a fianco con Adriano Bonaiuti e Gianluca Spinelli, confermato responsabile dell’area portieri.
Come si cambia
Novità su novità, dunque. Ma il cambiamento che ci sarebbe stato anche se l’Inter per assurdo avesse vinto la Champions, oppure persa sì ma in altro modo, deve ancora arrivare. Già, Oaktree è stata categorica: bisogna abbassare l’età media del gruppo squadra nerazzurra, la più alta (oltre 30 anni) d’Europa. Ed è qui che nascono i problemi forse più grandi di quelli lasciati da Simone Inzaghi con la sua fuga.
In difesa ci sono molti su con l’età, da Acerbi a De Vrij. A centrocampo Henrikh Mkhitaryan va per i 37, Calha non è più quella garanzia d’un tempo, sia in termini di acciacchi, sia di continuità. E Frattesi non è che sia il giocatore più felice al mondo tra i nerazzurri. Per non parlare dell’attacco. Da rifare per metà. Come si cambia?
Altri addii
Lautaro Martinez e Thuram non si toccano. Su Taremi ci sono delle riflessioni da fare considerando un bilancio complessivo e non settoriale dell’attaccante iraniano. Correa non ci sarà più in nerazzurro. E ancora.
“Il mio tempo all’Inter è finito. Non ci sarò più. Sono molto contento della nomina di Cristian Chivu, ho giocato con lui. Ho già parlato con lui, è un allenatore giovane e ambizioso”. Marko Arnautovic saluta così sui social. Un altro giocatore da rimpiazzare. L’Inter non è il Como, deve appoggiarsi al mercato sostenibile. E il rischio che questo ricambio generazionale possa abbassare il livello dei nerazzurri, è molto alto. Palla a Marotta, perplesso oggi. Domani chissà.