Indagine Prisma, Juventus: non solo plusvalenze, spunta il filone degli agenti

Paratici

(Photo by Paul Harding, Onefootball.com)

C’è un filone, dell’indagine Prisma, che esula in parte dalla questione plusvalenze e punta i riflettori sugli agenti dei calciatori. A comunicarlo fu la stessa Procura di Torino, nel comunicato di venerdì sera in cui scriveva di star indagando su “prestazioni rese da alcuni agenti coinvolti nelle rispettive intermediazioni“.

Come spiega questa mattina La Gazzetta dello Sport: “Dalle intercettazioni sembrerebbe che i pagamenti non corrispondano alle operazioni concluse. Per questo motivo nelle 12 ore di perquisizione effettuate nelle sedi della Juventus (la sede legale della Continassa, il centro sportivo, Vinovo e la sede di Milano) sono stati sequestrati tutti i documenti possibili: non solo i dossier personali sui calciatori, i contratti relativi agli acquisti e alle cessioni, le fatture attive e passive, ma anche i mandati degli agenti e i contratti con società terze. Secondo l’accusa esiste il fondato sospetto che alcuni agenti abbiano ricevuto compensi per delle operazioni di mercato inesistenti e che la società abbia fatto uso ricorrente di alcuni intermediari o procuratori «di fiducia».”

Un filone che svela i nervi scoperti del calcio italiano. Il tema delle commissioni agli agenti era stato trattato dalla trasmissione Report che sottolineava come, in Serie A, nel 2020, fossero stati pagati 140 milioni di diritti di intermediazione e “Nella classifica in questione la Juventus è prima con 20,8 milioni di euro, seguita da Roma (19,2), Milan (14.3) e Napoli (12)“. Tra gli agenti a libro paga della Juventus, spiccano i nomi di Jorge Mendes, procuratore di Cristiano Ronaldo, e Mino Raiola, procuratore di de Ligt e, tra gli altri, anche Tongya, il cui trasferimento è sotto la lente degli inquirenti.