Inter, facciamo il punto. Chi parte, chi arriva e chi resta

Tre settimane dopo la cocente sconfitta contro il Siviglia, nella finale di Europa League, l’Inter è tornata a sgambare sui prati del Centro Sportivo “Angelo Moratti”, ex Pinetina. Agli ordini di Antonio Conte e del generale Pintus, qualche faccia nuova e vecchie conoscenze, per un totale di oltre trenta elementi. Un assembramento che la dirigenza nerazzurra sta cercando di smaltire per poter investire in due colpi pesanti, in grado di  smuovere l’ambiente e la qualità della squadra.

Inamovibile il numero uno, capitan Samir Handanovic – vicino al prolungamento del suo contratto fino al 2022 – che avrà anche il delicato ruolo di chioccia, per far crescere il suo giovane vice, Ionut Radu. Il portiere rumeno, solitamente in prestito in varie zone d’Italia, quest’anno siederà nella panca nerazzurra, pronto a sfruttare le (poche) occasioni lasciate da Handanovic. A completare la batteria di portieri ci sarà Daniele Padelli, probabilmente al suo ultimo anno in nerazzurro.

Samir Handanovic in allenamento

Qualcosa si è mosso e si muoverà davanti ad Handanovic. A partire dal modulo: non è detto, infatti, che Antonio Conte resti ancorato esclusivamente al suo 3-5-2 (o 3-4-1-2). Gli arrivi di Aleksandar Kolarov ed Achraf Hakimi, in aggiunta ai jolly Danilo D’AmbrosioAshley Young, consentono al tecnico di salentino di sperimentare quel 4-3-1-2, provato nelle gare di Europa League contro il Ludogorets, ma abbandonato anche a causa dello stop forzato e prolungato causa coronavirus. Il pacchetto di centrali difensivi non sarà confermato in toto: sicuri del posto sono soltanto De Vrij e l’exploit della scorsa stagione, Bastoni. Al passo d’addio ci sono Andrea Ranocchia, che sta trattando per un ritorno al Genoa, e Diego Godin. La partenza dell’uruguaiano (su di lui Cagliari, Fiorentina e Rennes) è stata una sorpresa delle ultime ore: Godin, dopo una prima parte di stagione zoppicante, aveva scavalcato Milan Skriniar nelle gerarchie di Conte, ma a quanto pare – vuoi anche per l’ingaggio oneroso di circa sei milioni di euro netti – i nerazzurri non punteranno più sulla sua garra. E lo slovacco? Skriniar sembrava il sacrificabile (e sacrificato) per portare a casa un gruzzoletto importante da investire per un super colpo, ma l’addio di Godin potrebbe cambiare le carte in tavola. I nomi caldi per sostituire i partenti restano sempre quelli di Marash Kumbulla, con cui l’Inter ha un accordo da tempo, e Matteo Darmian, a cui i nerazzurri hanno “promesso” un quadriennale.

Skriniar, Godin e Ranocchia: chi resterà in nerazzurro?

Capitolo esterni. A destra è arrivato, come detto, Hakimi, che potrebbe essere affiancato da Matteo Darmian. In partenza Antonio Candreva, su cui però è scemato l’iniziale interesse del Napoli. Non è da escludere una risoluzione consensuale del contratto, in scadenza nel prossimo giugno. Stessa situazione sulla corsia opposta, con Kwadwo Asamoah, praticamente un fantasma in questo 2020, che dovrebbe lasciare la squadra. Ashley Young si è meritato, invece, la riconferma, a differenza di Cristiano Biraghi, rientrato a Firenze. A fare il viaggio opposto è stato Dalbert, che non rientra affatto nei piani di Conte e che dunque è in cerca di sistemazione. Poi ci sono Aleksandar Kolarov e Danilo D’Ambrosio, un po’ terzini, un po’ esterni, un po’ bracci, un po’ tutto.

Kolarov pronto per la sua terza squadra italiana

Grandi ritorni e soliti nomi per il centrocampo nerazzurro. Dopo un anno di prestito al Cagliari, Radja Nainggolan è tornato alla base, con la voglia e la possibilità – che l’anno scorso è venuta meno – di giocarsi le sue carte. Il belga parte alla pari con gli altri e non è da escludere una sua permanenza all’Inter. E’ invece da escludere la permanenza di Matias Vecino. L’uruguaiano ha sofferto di continui problemi fisici nella scorsa stagione ed ha saltato totalmente il periodo post covid per operarsi al ginocchio. Si è parlato anche di Milan negli ultimi giorni, ma è più probabile che vada all’estero. Stessa sorte per Joao Mario, rientrato dalla Lokomotiv Mosca, ma sempre con le valigie in mano. Al pari di Skriniar, è in bilico Marcelo Brozovic: il croato è uno dei pochi uomini mercato e l’Inter potrebbe decidere di sacrificarlo per arrivare al sogno (quasi irraggiungibile), che risponde al nome di N’Golo Kantè, per il quale il Chelsea si siede a tavolino solo in caso di offerte superiori ai 60 milioni di euro. Cifra folle: non per il valore del calciatore – che non si discute – ma per la crisi che ha colpito tutte le squadre del mondo, indifferentemente. A completare il reparto, insieme ai diamanti Barella Sensi, ci sarà (quasi) sicuramente Arturo Vidal. Il cileno sta trattando la sua buonuscita con il Barcellona e nel giro di qualche giorno sbarcherà a Milano, pronto per riabbracciare Antonio Conte. Andrà a farsi le ossa allo Spezia, invece, Lucien Agoume, su cui i nerazzurri puntano per il futuro. Potrebbe restare Roberto Gagliardini, più per mancanza di estimatori che altro.

L’esultanza di Barella, perno dell’Inter

No, non l’ho dimenticato. E’ solo che Christian Eriksen merita un capitolo a parte. Il danese è arrivato all’Inter nella scorsa finestra di mercato invernale, per la modica cifra di 20 milioni di euro. Un vero e proprio colpo, che ha entusiasmato i tifosi nerazzurri. D’altronde vantare nella propria squadra uno dei dieci migliori centrocampisti del mondo non è cosa da niente. E lo sa anche Antonio Conte, che ha provato in tutti i modi a cercargli una sistemazione in campo, snaturando anche il 3-5-2 che aveva fatto le fortune della squadra fino a quel momento. Quando hai un campione del suo calibro in rosa devi metterlo in condizione di rendere al meglio. Ed è quello che il tecnico farà, ma nella stagione che sta per iniziare. Il covid ha interrotto bruscamente i tempi di adattamento – lunghi – del fuoriclasse danese. La necessità di avere una squadra pronta ed in grado di approcciare le partite nel modo richiesto, pur senza allenamenti, ha fatto il resto. Certo è che Eriksen non merita di giocare l’ultima decina di minuti delle gare. Ma Conte sa anche questo e nel summit con la società di fine agosto si è parlato anche della questione. Eriksen è un trequartista, che non ama rincorrere l’avversario: allora serve qualcuno che corra per lui ed i nomi giusti sono stati citati nelle righe precedenti. Una cosa è certa: Christian Eriksen è al centro del progetto dell’Inter e non ci sono possibilità che lasci la squadra.

Christian Eriksen nel suo marchio di fabbrica: i calci piazzati

Il reparto offensivo, infine, ruota intorno a Lautaro Martinez. Il Toro balla sempre tra Inter e Barcellona, tanto che nelle ultime ore gli agenti sono stati visti contemporaneamente sia a Milano che in Spagna. I nerazzurri gli offrono un nuovo contratto, adeguato alla crescita di livello che ha fatto vedere in questi due anni; i blaugrana devono sborsare oltre cento milioni (tra parte cash ed eventuali contropartite) per portare l’argentino al Camp Nou. Difficile possa farlo, più probabile un rinnovo. Ed a quel punto la grana attacco si risolve. Lukaku, Lautaro e Sanchez è un tris di assi che in pochi possono vantare in Serie A. Sebastiano Esposito non sarà la quarta punta: il giovane talento nerazzurro rinnoverà il contratto e poi andrà in prestito per mettere minuti ed esperienza nelle gambe. E poi c’è Ivan Perisic, neocampione d’Europa con il Bayern Monaco, che ha però deciso di non confermarlo. Conte lo scorso anno ha bocciato il croato sia come esterno che come punta ed è dunque difficile (ri)vederlo con la maglia nerazzurra tra poco meno di quindici giorni. Probabile un colpo low cost e last minute come vice Lukaku, con Giroud sempre nei pensieri nerazzurri.

Lautaro e Lukaku. 37 gol in due nella scorsa stagione

In attesa dell’esordio in campionato, l’Inter ha ufficializzato le tre amichevoli in cui testare la squadra e vedere all’opera i nuovi arrivati: Lugano (martedì 15 settembre ore 17), Carrarese (venerdì 18 settembre) e Pisa (sabato 19 settembre). Poi si torna a fare sul serio.